CHIESA DI SAN NICOLA DI BARI A SAPONARA

SAPONARA, MESSINA

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CHIESA DI SAN NICOLA DI BARI A SAPONARA
La chiesa Madre è intitolata a San Nicola di Bari, patrono del paese di Saponara. La sua costruzione ha inizio nel XVI sec. Dopo il terremoto del 1908, la chiesa ha subito un’importante opera di restauro conclusosi col la solenne riapertura del 2 ottobre 1932. La facciata a due ordine con tre porte e un ampia finestra, potrebbe risalire al tardo ‘700. Risulta arduo ricostruire la storia della chiesa, in assenza di una adeguata documentazione, specie per le fasi più antiche: l’osservazione delle strutture, dove è ancora possibile, suggerisce l’ipotesi che l’edificio si sia sviluppato nel corso di vari secoli a partire dal periodo aragonese soggiacendo a ripetuti rifacimenti sollecitati dal cambiamento del gusto e dagli eventi sismici. Al suo interno lo stile è prettamente romanico con accenni di presenze barocche. Ha una pianta a croce latina suddivisa in tre navate separate da colonne con capitelli di ordine composito. Il soffitto centrale è a travi in legno scoperte sorrette da mensoloni ornati con croci e motivi floreali di gusto rinascimentale. La chiesa possiede diversi elementi artistici di valore storico come i paramenti sacri finemente lavorati tra il XVII-XX sec., tra cui alcuni completi donati dai regnanti del tempo. La suppellettile Sacra argentea presenta i tipici caratteri formali e stilistici della scuola Messinese del Seicento e Settecento. Tra i manufatti più significativi va ricordato il mezzobusto reliquiario del Santo Patrono del XVII sec., e altri monili inediti di pregevole fattura. All’interno dell’edificio si nota il magnifico fonte battesimale in marmo bianco, che presenta una classica forma a calice decorata con formelle raffiguranti scene di vita di San Nicola, i quattro evangelisti, il battesimo di Gesù e alcuni santi. La robusta base è di forma quadrangolare ornata da cherubini e temi floreali di gusto rinascimentale. L’opera è databile intorno la fine del XVI sec., forse proveniente della scuola del Gagini. Di notevole bellezza sono le opere del Crestadoro, realizzate tra il 1730 e il 1777. Le tele raffigurano Il Sacro Cuore di Gesù databile 1730, S. Nicola e la Trinità del 1743, la Madonna del Rosario del 1777. Gli affreschi rappresentano Il sacrificio di Isacco, Agar e Ismaele nel deserto, il miracolo di S. Nicola e la presentazione di Maria al tempio. L’Altare maggiore del 1809, insieme agli otto altari laterali in marmo policromo, esaltano e impreziosiscono l’interno della Chiesa. Il tempio custodisce altresì, i monumenti funebri della storica famiglia regnante Alliata - Di Giovanni e Pagano Marquett, posti nella navata di sinistra e ai lati delle cappelle laterali. Dentro la cappella del Santo Patrono è presente una lastra marmorea intarsiata, che probabilmente dà accesso alla cappella funeraria dei duchi di Saponara. Ad arricchire le pareti, i Paliotti e i tre stendardi processionali in seta e fili in argento e oro.
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