La splendida facciata in cotto e marmo della chiesa di San Maurizio, già dedicata alle Sante Margherita e Caterina, appare serrata tra gli edifici di recente costruzione, senza perdere tuttavia il suo fascino. La sua fama s’intreccia alle vicende di Suor Virginia Maria De Leyva, la monaca di Monza che, nel 1589, a soli quattordici anni, prese il velo nel monastero di clausura annesso alla chiesa. Dell’antico monastero, soppresso nel 1785, rimangono solo alcune porzioni murarie, mentre l’originaria chiesa quattrocentesca venne totalmente riedificata tra il 1736 e il 1738. Riaperta solo nel 1881, l’aula ecclesiale vanta un apparato decorativo e pittorico di rara uniformità, incentrato sui maggiori interpreti del barocchetto lombardo: le prime tre campate della volta sono opera di Carlo Innocenzo Carloni (1740-42), con quadrature di Giuseppe Castelli e del Perucchetti, mentre alle pareti si conservano tele di Antonio Maria Ruggeri, Ambrogio Brambilla, del monzese Giambattista Gariboldi e di Francesco Corneliani.
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