La chiesa, per secoli parrocchia gentilizia del consortile dei Doria, costituisce il fulcro dell'insediamento nobiliare costituito dai palazzi edificati dai vari rami del consortile intorno alla piccola piazza.
Nel chiostro si conservano le lapidi sepolcrali dei membri del consortile (alcune provenienti anche dalla demolita chiesa conventuale di S. Domenico), mentre nella cripta è il sarcofago dell'Ammiraglio Andrea Doria, il Pater Patriae, un tempo sormontato dallo "stocco papale" (la spada dall'elsa ingioiellata donata al Doria dal pontefice, rubata ormai da qualche decennio).
Mentre l'interno, pur mantenendo le forme gotiche originali, è stato "adattato alla moderna" nel XVI secolo, la facciata, nel classico stile "gotico marinaro" genovese, a fasce alternate bianche e nere, ha mantenuto l'aspetto originale e incorpora anche alcuni elemnti classici di reimpiego. Di particolare importanza la presenza, nelle fasce bianche delle epigrafi con i "fasti doriani", la narrazione dei principali eventi di cui i membri della famiglia furono protagonisti fino al 1522.