Fa parte del Complesso monumentale omonimo, che ha ospitato una comunità di Monaci Armeni della regola di San Basilio, dal 1272 al XVI secolo, profughi scampati alle persecuzioni iconoclaste. Lo stile architettonico della chiesa, riconducibile a quello romanico-gotico, richiama alcuni templi perugini, quali S.Bevignate, S.Francesco al Prato. Alle pareti resti di affreschi tra i più antichi di Perugia tra cui: una Madonna tra angeli santi datata 1348 e firmata da Sabatello, artista locale ispirato dalla scuola senese; S.Leonardo liberatore dei prigionieri, identificato anche come S.Sargis, martire del IV secolo venerato dagli Armeni, perché incarnava le aspirazioni all’indipendenza sia politica che religiosa dell’Armenia. Sotto sono raffigurati piccoli personaggi in catene che si rivolgono al protettore in gesto di supplica. Sopra gli affreschi si leggono dei graffiti in lingua armena, lasciati dai pellegrini, di cui alcuni con notazioni musicali. (V.http://turismo.comune.perugia.it)