CHIESA DI SAN LUSSORIO

SELARGIUS, CAGLIARI

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CHIESA DI SAN LUSSORIO

descrizione tratta dal sito istituzionale del Comune di Selargius La chiesa romanica di San Lussorio sorge fra Selargius e Monserrato. L’edificazione del nucleo originario del tempio dovrebbe risalire al V secolo d.C. anche se non mancano pareri discordanti in proposito: l’archelogo Cao ritiene che si possa addirittura retrodatare al 300, ovvero al periodo di Diocleziano. L’attuale edificio risale, invece, alla seconda metà del 1100, ed è stato esposto nel corso dei secoli non solo alle intemperie ma anche ai bombardamenti dell’ultima guerra mondiale. La struttura chiesastica si trovava, infatti, vicino al campo di aviazione di Monserrato e per un periodo venne requisita dall’aeronautica e adibita a ricovero delle truppe nazionali ed alleate. In seguito, negli anni ’50, crollò il tetto nella parte sovrastante il Cornu Evangelii e questo accentuò lo stato di degrado del santuario, che venne chiuso al culto. Bisognerà attendere la ristrutturazione degli anni ’90 per vedere ritornare la chiesetta al suo antico splendore. L’architettura dell’edificio presenta interessanti peculiarità. Si suppone che nella planimetria originaria l’edificio fosse suddiviso in tre navate, separate per mezzo di due file di tre colonne ciascuna: una navata centrale più ampia e più alta e due laterali più piccole e più basse. A seguito dei crolli verificatisi già prima del 1600, che coinvolsero sia la navatella destra che l’abside, parrebbe che l’arcivescovo di Cagliari del tempo, Francesco de Esquivel, abbia fatto ricostruire l’edificio con un’aula unica, priva di colonne, come si può osservare nel suo assetto attuale. Ordinò inoltre di ampliare la costruzione con un prodromo a mò di loggia, del quale attualmente rimane solo l’elegante ed ampio arco, poco discosto dalla facciata. Gli esperti muratori del tempo (maestri picapedrers), interpellati dall’arcivescovo, affermarono che l’edificio, anticamente, doveva essere a tre navate. La loro tesi sarebbe avvalorata dal fatto che, a seguito della ricostruzione operata nel 1600, sia il colmo del tetto a capriate che l’ubicazione dell’altare sono stati portati fuori asse, mentre invece quest’ultimo avrebbe dovuto trovarsi allineato con la porta principale. La facciata è caratterizzata da uno schema a frontone. La navata centrale, attualmente, presenta un sistema di tre archi pensili retti da lesene. Tuttavia, stando alle ricostruzioni di alcuni disegni del 1600, i tre archi, a quell’epoca, si allungavano fino alla base e andavano a riquadrare il portone di ingresso. L’arco centrale è arricchito da una finestra bifora divisa da una colonna che sostiene due archetti lavorati in modo diverso tra loro. Nell’arco situato alla sinistra della bifora è possibile scorgere un incavo a motivo triangolare. Sulla sommità del timpano si erge, maestoso, il campanile a vela dotato di campana, caratterizzato da una luce leggermente ogivale. I portali di ingresso sono due: quello principale, più ampio, si trova nella navata centrale, immediatamente sotto i tre archi pensili, in corrispondenza della bifora; quello secondario, provvisto di architrave monolitico, è caratterizzato da un arco a tutto sesto e da una cornice di quattro archetti pensili con decori geometrici o fitomorfi. Alla loro destra è ben visibile un incavo circolare, che un tempo doveva contenere un bacino ceramico.

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