Secondo la tradizione qui sorgeva uno "Xenodochio", ossia un ospizio per pellegrini fondato dal duca longobardo Rodualdo nel VII secolo. Delle prime strutture non rimane nulla, mentre sopravvive la chiesa annessa, completamente ricostruita nel 1842-43 su progetto di Giuseppe Gabassi. La chiesa, rimasta chiusa per 30 anni, è stata recentemente restaurata e riaperta al pubblico nel 2018. Nel coro sono presenti quadri del ‘700 di autore ignoto, con episodi della vita di Gesù. Il soffitto presenta decorazioni del cividalese Luigi Gorancini e dipinti di Palma il Giovane, raffiguranti San Giovanni Evangelista tra i Dottori della Chiesa. Nella sacrestia compare un magnifico mobile del maestro lignaio cividalese Matteo Deganutti.