San Giovanni in Leopardis La Cripta di S. Giovanni in Leopardis, ubicata su una collina poco a sud di Borgorose, è quanto rimasto intatto di un importante complesso monastico benedettino del Cicolano, menzionato, per la prima volta nella Bolla papale di Anastasio IV del 21 gennaio 1153, e costruito su un antico tempio pagano dedicato alla dea Diana nel V secolo a.C., probabilmente frequentato fino alla seconda metà del IV secolo. Il monastero fu eretto usando, come struttura di partenza, le mura dell'edificio pagano. Chiesa romanica, a croce latina, di perimetro 21x9. Attualmente, della struttura della chiesa restano solamente due muri e, dalla forma esterna della cripta, si può dedurre che la chiesa fosse dotata anche di un'abside semicircolare e che la cripta si trovasse al di sotto dell'altare. Il culto di San Giovanni, o San Leopardo, ha origini antiche: esso risale, infatti, alle prime comunità cristiane della zona. Dopo il terribile terremoto del 990, i monaci benedettini di Montecassino fecero ricostruire tutto ciò che era stato distrutto dal sisma dai maestri di Valva. Furono proprio loro i probabili autori della Cripta di S. Giovanni in Leopardis. Nel 1231 la chiesa dipendeva dall'abbazia di S.Pietro di Ferentillo. Nel 1398 era ritenuta una tra le chiese più importanti della diocesi reatina ed esercitava la sua giurisdizione su tutte le chiese e le cappelle presenti nei territori di Collefegato e Poggiovalle. Infine passò sotto il controllo di S.Giovanni in Laterano, che nominava l'abate. Nonostante nel 1651 il vescovo di Rieti ordinò che vi si celebrasse messa regolarmente, ciò non potè evitare l'abbandono della struttura e la conseguente rovina dell'edificio. La chiesa di S. Giovanni in Leopardis fu, infatti, abbandonata per la nuova e più comoda chiesa di S. Caterina a Borgocollefegato, luogo ove sin dal XV sec. andava scendendo, lungo la carrareccia che da Rieti portava al regno di Napoli, la popolazione del castello. Santa Caterina, già esistente nel 1561 prese allora il titolo, che conserva tuttora, di S.Anastasia. Proprio per questo motivo, nel 1745, la chiesa di S. Anastasia fu abbellita con il portale ed il rosone sottratti alla chiesa di S. Giovanni, che fu ulteriormente danneggiata da cattivi restauri e atti di vandalismo. Attualmente ciò che rimane dell'antica chiesa di S. Giovanni in Leopardis è soltanto la Cripta, che nonostante il degrado può essere considerata parte di uno dei più interessanti santuari italico-romani. Essa è a pianta basilicale con un abside semicircolare situato sul lato lungo con orientamento a nord-ovest. La pianta è costituita da tre navate con le volte a crociera, illuminata da strette monofore e le otto colonne che sostengono le volte hanno otto capitelli variamente decorati, fitomorfi, soprattutto foglie di acanto stilizzate con elementi stellari, zoomorfi ed antropomorfi. Nel 1981 fu restaurata dal Comune di Borgorose, ma pochi anni dopo, nel 1984, la Cripta subì un gravissimo ed irreparabile danno: ignoti, approfittando del pubblico disinteresse, spezzarono cinque colonne che sostenevano altrettanti capitelli, rubandoli e provocando così il crollo di parte delle volte e la rovina della struttura. Continua ad assere in uno stato di totale abbandono, se non si tutela è destinata a morire.