Le origini della chiesa di San Giovanni al Monte si perdono nella notte dei tempi. Se il suo nucleo originale sorge su un edificio di epoca tardoromana (IV-V sec.), l'edificio ha assunto la sua caratteristica conformazione a due navate con il passare dei secoli e a causa delle vicende storiche che hanno interessato la valle. Se si riuscisse a ricostruire con precisione la storia di San Giovanni al Monte, così scriveva una celebre studiosa locale, gran parte dei misteri che avvolgono il medioevo valsesiano sarebbero finalmente svelati. Chiesa parrocchiale fino alla fine del Cinquecento, essa conserva degli affreschi risalenti al XIII secolo, i più antichi della Valsesia. Al suo interno operarono diverse botteghe di pittori rimasti ignoti, come i più antichi dallo stile arcaico e bizantineggiante, ai maestri dell'Incoronazione (XIV sec.) e della Passione (XV sec.) e quindi le botteghe di Giovanni de Campo e dei Cagnola, entrambe molto attive in tutta la diocesi di Novara. In questa antica pieve ha pregato la Beata Panacea, patrona della Valsesia, che a poca distanza sullo stesso monte subì il martirio per mano della matrigna, come narrano due affreschi a lei dedicati. L'atmosfera mistica che vi si percepisce, nella pace e nel silenzio del bosco in cui è immersa, la rende particolarmente cara non solo ai quaronesi, ma a tutti i valsesiani e a chiunque la visiti, lasciandosi rapire dalla bellezza e dalla vetustà di questo luogo del cuore.