CHIESA DI SAN GIOVANNI

GODIASCO, PAVIA

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CHIESA DI SAN GIOVANNI
Le miserande condizioni economiche della società del 1600 dovettero però ripercuotersi anche sulla vita religiosa locale, se in quegli anni questo edificio sacro si trovava ormai in così disdicevoli condizioni da consigliarne l'abbandono, come risulta da diverse fonti storiche. Di esso oggi non rimane alcuna traccia. La chiesa di San Giovanni si trova invece citata per la prima volta nel "breve" di Papa Eugenio III del 31 dicembre 1145, in cui veniva confermata all'abbazia di Sant'Alberto di Butrio e sul cui territorio doveva sorgere. Perciò anche il villaggio omonimo deve essersi sviluppato sul terreno dell'abbazia, concesso in enfiteusi agli agricoltori. Nel 1561 la si trova citata come parrocchia, retta da Don Giovanni Bellotti di Varzi, che ne aveva ricevuta l'investitura dall'Abate Commendatario di Sant'Alberto, poiché questa abbazia esercitava il diritto di patronato sulla parrocchia. Dalla relazione delle visite pastorali del tempo, la chiesa e la parrocchia risultavano però essere in pessime condizioni: il parroco, non avendo cantina, teneva in chiesa le botti, ed il Vescovo visitatore doveva anche dubitare della condizione morale della popolazione, se ordinava al parroco di far recitare ai fedeli, ad alta voce, il Pater, il Credo e l'Ave. Nel 1680 la parrocchia contava 300 anime, nel 1829 ne numerava 532. Attualmente la chiesa, immersa nel verde dei suoi alberi secolari, pur non presentando un particolare valore artistico, offre al visitatore un angolo appartato di preghiera e di serenità . Lo stile la caratterizza come tardo-romanica. Un antico portale permette l'accesso alla chiesa, il cui interno é costituito da un'unica navata. Sulla volta, sopra l'abside, si può notare un affresco raffigurante un gruppo di angeli che fanno corona attorno al Santissimo. Di particolare interesse é un mobile, in sacrestia, datato 1595. Significative sono anche le vetrate, a noi contemporanee, disegnate dall'architetto Gigi Leone, in collaborazione con il frate francescano Padre Costantino Ruggeri. Esternamente, sul lato nord della Chiesa, sotto l'architrave, é visibile un bassorilievo raffigurante un volto, in cui la popolazione vorrebbe identificare San Zeno. Si tramanda infatti che, a poca distanza dalla chiesa, in un piccolo avvallamento, sorgesse un tempo un monastero dedicato a tale Santo. Caduto in rovina col passare degli anni, sembra che le sue pietre venissero utilizzate per edificare la chiesa attuale, e che tale bassorilievo fosse lasciato in bella evidenza proprio per ricordarne l'antico luogo d'origine. Oggi, se la frazione di San Giovanni non ha conservato altre memorie evidenti del suo passato, né può vantare richiami di particolare interesse turistico o culturale, é tuttavia pur sempre da considerarsi meta privilegiata per tutti coloro che sono alla ricerca di un angolo di mondo ancora incontaminato, semplice e sereno, reso ancor più apprezzabile dalla genuinità e dalla cordialità della sua gente.
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