La Chiesa di San Giorgio Martire, che svolge ancora oggi il ruolo di Chiesa Madre ed Arcipretura, sorge quasi sulla punta più alta del Paese. Il culto in onore di San Giorgio venne forse introdotto dai Normanni, che lo fecero compatrono del paese. Secondo il La Rocca, invece, questa chiesa esisteva già, dal momento che il santo fu ritenuto primo protettore del paese, dal ‘400 a causa delle quattro "C" rinvenuti su alcune delle pareti del suo campanile (che esteticamente si presenta in stile arabo-normanno): ciò, però, sembra improbabile. Fu ampliata in stile arabo-normanno (XI-XII secolo), subito dopo il Duomo di Cefalù. Dell’ordine arabo- normanno rimangono il portale centrale, che immette nella navata centrale, ed il campanile che copre il portale centrale; nel 2014, durante una restaurazione, sono state portate alla luce le particolari colonne arabo-normanne, citate dal La Rocca. L’edificio si presenta con pianta a croce latina immissa (priva di abside) ed è a tre navate. Il portale della navata di sinistra, che porta la data 1697, essendo più grande di quello della navata centrale, è il portale principale. Come opere d’arte più importanti conserva un'icona marmorea di Andrea De Marta (1514) e l'altare marmoreo contenente il sarcofago con le spoglie di Santa Vittoria. Nella navata centrale, in alto, nella volta a botte, vi è uno stemma affrescato da cui si può dedurre che questa chiesa era la protettrice di tutte le reliquie che possedeva il Paese. Vi sono, anche, le lapidi sepolcrali dell’Arciprete Dr. Don Francesco La Rocca, quella della Famiglia Giannì (XVII-XVIII secolo), quella del Sac. D. Gio. Andrea Spallino Cavaliere dell’Ordine di Malta (1658), quella della Famiglia Agnello (XVIII-XIX secolo) tra cui il Sindaco Giuseppe Pace Turrisi, e quella di Giovanni Ventimiglia. La Chiesa di San Giorgio come Arcipretura conservava moltissimi tesori come il celebre Reliquiario della Vera Croce o Ostensorio dei Papi , la Reliquia del Patrono San Mauro Abate ed anche i ritratti degli Arcipreti Maurini dal 1601 al 1892, oggi custoditi nell’Archivio Storico Parrocchiale.
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