CHIESA DI SAN GIACOMO IL MAGGIORE IN COTTO

COTTO, MASSA-CARRARA

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CHIESA DI SAN GIACOMO IL MAGGIORE IN COTTO
Il borgo agricolo di Cotto si trova nella parte settentrionale del comune di Fivizzano, in Lunigiana a mezzacosta nella valle del Rosaro, circa 550mt slm, lungo la strada che da Fivizzano porta a Quarazzana e verso il comune di Licciana. Paese molto scenografico, con la Alpi Apuane alle spalle, è formato da case in pietra arenaria, diverse delle quali in rovina, ma che mantiene anche molte case ben ristrutturate in sasso e bei portali lavorati. Al centro del paese si alza l’imponente chiesa di San Giacomo Apostolo, di dimensioni considerevoli per la grandezza dell’abitato, posta davanti a una bella balaustra e alla vecchia canonica. Oggi la parrocchia di Cotto conta circa 80 fedeli (nell' '800 circa 300). Nel paese gli abitanti sono invece una trentina. La principale attività odierna è il taglio del bosco e la vendita della legna alle pizzerie delle città. La cappella di Cotto compare nelle Decime Bonifaciane del 1296-97 come dipendente dalla pieve di San Paolo a Vendaso L'antica chiesa di San Giacomo il Maggiore è già attestata nel XIII sec, però nella seconda metà dell’’800 cadeva letteralmente a pezzi. L’intitolazione della chiesa a San Giacomo sembra sia dovuto al fatto che di lì passasse un ramo della Francigena. Nel 1880 fu nominato parroco di Cotto Don Giacomo Martinelli che capì che l'unica strada percorribile era quella di abbattere la vecchia chiesa ed edificarne una nuova. Ma il problema, come capita quasi sempre, era economico, perché “questi terrazzieri erano ricchi solo di miseria" e la poca terra disponibile era arida ed infruttuosa. Insomma erano tutti poveri. Ma Don Giacomo era uomo ricco di risorse e così pubblicizzando la sua iniziativa su varie riviste cattoliche e all'estero e soprattutto a chi era emigrato nelle Americhe, riuscì a mettere insieme una somma che gli permise di iniziare i lavori. Per il progetto il parroco si rivolse all'ing. Carlo Tonelli, un uomo che in zona aveva già realizzato diverse opere (per es. le Terme di Equi) il quale concepì un edificio con pianta a croce latina e cupola estradossata, l’unica in Lunigiana dopo quella del duomo di Pontremoli. L’insieme di gusto neoclassico, rappresenta un caso unico nell’ambito territoriale della Lunigiana storica. La costruzione dovette confrontarsi con quanto restava della precedente chiesa che, confrontandola con il catasto leopoldino, oltre ad occupare lo stesso luogo, sembra avere la medesima larghezza della facciata attuale, trasformandone, tuttavia, radicalmente le forme e le proporzioni per poter impostare la cupola Il parroco mise l'opera sotto il patrocinio di San Giuseppe. Interessò all'opera anche la Santa Sede (Leone XIII) che si pensa abbia contribuito. Don Giacomo, che era anche il direttore dei lavori, ci dice che nel 1897 l’opera, nelle sue mura principali, era terminata. Mancavano però tutte le rifiniture. Il terremoto del 2013 ha prodotto però delle lesioni nella cupola che deve essere risanata. Le crepe non si vedono dal basso. Qualche anno fa gli abitanti hanno fatto restaurare il 50% degli affreschi e delle dorature interne. La domenica viene officiata una funzione religiosa - alle ore 10 - spostando l'altare verso l'uscita, per evitare di stare sotto la cupola. Tutti gli anni, il 25 luglio, si festeggia San Giacomo il Maggiore (uno dei figli di Zebedeo) più noto con il nome spagnolo di Santiago.
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