La chiesa dell’Ordine si San Domenico di Trani, con l’annesso convento, per importanza storica, culturale e religiosa viene subito dopo la Cattedrale, e sicuramente è una delle chiese più amate della nostra città. La sua storia s’intreccia con la vita cittadina divenendo sin dal suo primo sorgere uno dei più importanti elementi costitutivi, tanto da condizionarne la vita della nostra città. I Domenicani si stabilirono a Trani sin dal lontano 1226, molto probabilmente per contrastare la ricca e colta colonia ebraica, una delle più numerose nel Regno di Sicilia; alla fine del 1300 nella comunità ebraica tranese si conteranno 305 neofiti, le sinagoghe (quattro, ma molto probabilmente sette) saranno convertite in chiese cristiane, il cimitero ebraico attribuito a Carlo d’Angiò all’Ordine Domenicano; Trani, antico dominio bizantino, costituì anche la base su cui operare per un riavvicinamento delle Chiese di Oriente e quella Romana. Intensi furono i rapporti tra i domenicani di Trani ed il Regno di Ungheria, come anche con la stessa Dalmazia grazie alla presenza domenicana in quelle province.
Nel tempo, chiesa e convento hanno subito tutta una serie di trasformazioni: dalla primitiva chiesa di Santa Croce dal bel campanile romanico, si è passati alla facciata barocca di San Domenico. In questa chiesa ebbe sede il Real Collegio di Santa Croce (assimilabile al nostro liceo), qui vi era la cattedra di giure prudenza. Con regolare atto notarile ai tempi del vescovo fra Diego Alvarez, S. Domenico spodestò da Patrono San Nicola Pellegrino. Nell’antica cappella di San Giovanni, annessa al chiostro del convento, vi erano rappresentati gli stemmi delle famiglie nobili di Trani; spesso l’università tranese si riuniva nei locali del convento per assumere le proprie decisioni. Anche nella nuova chiesa di San Domenico le ampie cappelle di patronato ricordano le grandi famiglie che hanno attraversato la storia di Trani; all’indomani dell’unità d’Italia, in questa chiesa si svolse il Plebiscito; il convento trasformato in carcere muliebre, accolse donne che avevano difeso il proprio uomo, o l’avevano vendicato; accanto a vere e proprie eroine condannate per reati politici, convissero donne terribili come la belva di via San Gregorio a Milano. Forse la vera storia del riscatto femminile è nata nel silenzio di queste mura, senza trovare tuttavia un poeta o uno scrittore che ne avesse saputo raccontare la storia.
(Vittorio Tolomeo)