Fondata intorno al convento dei padri Domenicani del 1640, la chiesa di San Domenico è la seconda testimonianza, ormai scomparsa, dei padri figli di San Domenico ad Acireale.
La facciata è moderna e nel suo insieme, sobrio ed elegante, reca i segni iconografici cari allordine domenicano. Linterno è a tre navate. Laltare maggiore, di manifattura ottocentesca, è certamente meno ricco degli altari laterali di un gusto ancora settecentesco. Nellaltare di destra è collocata la tela della Madonna del Rosario con i Santi Domenicani di Matteo Ragonisi (1660-1737).
In questa tela, il Ragonisi in maniera spettacolare, vi rappresenta una sacra conversazione. La gerarchia celeste che fino a quel momento era ben netta, soprattutto nelle tele di Giacinto Platania, si rompe: tra la Vergine Santissima e i Santi non vi è più una separazione di angeli e putti, ma si innesca un dialogo confidenziale a tal punto che la Madonna poggia la sua mano sulla spalla di San Domenico e Santa Caterina bacia teneramente il piede del Divino Infante.
La scelta dei committenti di inserire nella tela solo Santi dellordine Domenicano intende significare quanto sia stato fecondo di santità lordine religioso nel suo impegno teologico e missionario. Ai piedi della Vergine troviamo dunque san Domenico e santa Caterina mentre ricevono rispettivamente il santo Rosario e una corona di spine. Tra gli altri Santi menzioniamo: SantAgnese di Montepulciano, Beato Benedetto XI , Beato Ambrogio Sansedoni, San Giacinto di Polonia, San Ludovico Bertrand, San Pietro martire , Santa Rosa da Lima, San Tommaso dAquino, San Pio V, Sant Antonino Pierozzi.
Le altre importanti opere della chiesa sono certamente gli affreschi di Alessandro Vasta. Figlio di Pietropaolo operò in Acireale dopo il terremoto del 1693. Sulla navata di sinistra il più importante affresco è il Compianto ai piedi della Croce: la scena, di forte impatto emotivo e teatrale, raffigura la Vergine Santa con San Giovanni apostolo, Santa Maria Maddalena e alcune pie donne che piangono ai piedi della croce. In alto una serie di angeli e cherubini in orazione e piangenti interrompono i toni scuri del cupo cielo. Nella navate laterali sempre dello stesso autore troviamo gli affreschi di San Raimondo de Penafort che attraversa il mare sul proprio mantello, Santa Caterina parla ai dottori e San Tommaso compone le sue opere ispirato dalla Madonna.
Gli altari delle navate laterali sono sormontati da opere di importante fattura. Tra queste ricordiamo la Pentecoste di Giacinto Platania. La Madonna si trova nel cenacolo a pregare insieme agli Apostoli quando, come lingue di fuoco poste sulla testa lo Spirito Santo discende sugli increduli personaggi. La Vergine, per un dono grandioso, si riveste di luce che scende dallaltro, trasfigurandone il volto. Lo studio del cromatismo non è certo una sorpresa per chi conosce i mezzi espressivi del Platania. Altre due tele dello stesso autore, probabilmente, decorano la chiesa: san Domenico e santa Caterina de Ricci, o più popolarmente intesa come santa Caterina dAlessandria. Interessante è la composizione del San Domenico: di forte riconoscibilità grazie agli elementi iconografici, quali la stella sul capo, il cagnolino con la fiaccola e la corona del Rosario in mano, il Santo si trova nelle stessa posizione della statua custodita nella cappella dietro il quadro, unusanza acese riproposta spesso nelle nostre chiese. Sullo sfondo è presente una chiesa a ricordo della visione del papa Innocenzo III che sognò la basilica di San Giovanni in Laterano vacillante e che san Domenico riuscì a sorreggere con le sue mani. Lattribuzione a Giacinto Platania è forse è un po azzardata, e alcune riflessioni di diversi critici attribuirebbero lopera, per associazione, invece al Ragonesi.
Tratto da "Il racconto dellArte" di Alfonso Sciacca, Editore: Bohémien, 2008.