Nel 1836 il Vantini inizia il restauro della chiesa di San Clemente per trasformarla nel "tempio" di Alessandro Bonvicino detto il “Moretto”, che lì è sepolto e che per questa chiesa, sua parrocchia, aveva dipinto ben 6 tele (di cui una scomparsa). L’architetto realizzò una grande volta a botte e progettò sia la facciata che gli interni in modo che la luce fosse protagonista. L’allestimento architettonico ha carattere celebrativo: l’interno è scandito dalla serie di archi delle nicchie laterali, entro cui sono collocati gli altari disegnati ex novo e su misura per le relative pale. La continuità volta-pilastri-arco ricorda i toni stilistici di Leon Battista Alberti. Tra gli elementi decorativi, spicca il monumento al Moretto, scolpito nel 1841 dal milanese Abbondio Sangiorgio.