CHIESA DI SAN CATALDO

PALERMO

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CHIESA DI SAN CATALDO
La chiesa di San Cataldo è un luogo di culto cattolico di Palermo, eretto nel XII secolo e situato nei pressi di piazza Bellini Fondato da Maione di Bari, fra il 1154 e il 1160, l'edificio venne successivamente affidato ai benedettini di Monreale, che lo custodirono fino al 1787. Nel 1882, dopo varie vicissitudini che videro la chiesa inglobata in una struttura neoclassica ad opera dell'architetto Alessandro Emmanuele Marvuglia e trasformata persino in ufficio postale, venne interamente restaurata da Giuseppe Patricolo e restituita alla rigorosa struttura architettonica originaria. La chiesa di San Cataldo è utilizzata molto frequentemente come testimonial dell'immagine monumentale di Palermo, in particolare della città in età normanna, per la sua peculiarità di stili presenti (orientale e occidentale). La fondazione della chiesa viene collocata nella metà del XII secolo. La realizzazione è tradizionalmente attribuita a Maione da Bari. All'assassinio del Maione, avvenuto nel 1160, le sue proprietà furono vendute a Silvestro, quindi suo figlio Guglielmo le mise in vendita insieme allo jus di una cappella “in predictis domibus costructa”, chiaramente identificabile nel San Cataldo, poiché la stessa chiesa era stata utilizzata per dare sepoltura alla piccola sorella Matilda, morta nel 1161. La sua origine pugliese spiega sia la scelta della titolazione stessa a San Cataldo, vescovo di Taranto, sia la scelta dell'impianto architettonico adottato nella chiesa, risolto in copertura attraverso la sequenza in asse di tre cupole. Pur essendo concessa sin dal 1182 all'arcivescovo di Monreale, tale fatto non ha una sorta di “fagocitazione” della chiesa soprattutto dopo il taglio della via Maqueda. È molto plausibile che San Cataldo abbia mantenuto la propria configurazione fino alla fine del XVII secolo, quando l'Arcivescovo di Monreale Giovanni Roano si fece promotore nel 1679 della “ristorazione e degli abbellimenti” dell'edificio. È proprio la realizzazione all'inizio del XIX secolo della nuova sede della regia Posta, inglobando al suo interno la chiesa di San Cataldo e le sue dipendenze, a determinare il futuro della cappella normanna. Il progetto di Giuseppe Patricolo (1882) doveva consistere in un'azione di totale ripristino stilistico dell'opera. I lavori furono completati nei primi mesi del 1885, quando furono rivestite le cupole con un intonaco di colore rosso scuro. La complessa e radicale opera di restauro guidata dal Patricolo aveva, infatti, completamente liberato su tutti i fronti dalle costruzioni annesse. Ancora oggi l'edificio che possiamo apprezzare è sostanzialmente la fabbrica architettonica restituita dall'opera del Patricolo. La pavimentazione, a tarsie marmoree e lastre di porfido e serpentino, per quanto integrata da restauri, conserva ancora sostanzialmente la sua preziosa conformazione originaria. La chiesa di San Cataldo è affidata all'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme - luogotenenza Italia Sicilia / Sezione di Palermo ed è aperta al pubblico. L'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, storicamente, risulta essere il più antico degli ordini sacri e militari dovendosi ricollegare all'iniziale affidamento del Santo Sepolcro ad un gruppo di venti “frates” per la sua custodia e che, all'occorrenza, avrebbero anche dovuto impugnare le armi per la Sua difesa. Dal 3 luglio 2015 fa parte del Patrimonio dell'umanità (UNESCO) nell'ambito dell'"Itinerario Arabo-Normanno di Palermo, Cefalù e Monreale". L'esterno presenta un compatto paramento murario in arenaria addolcito da intagli di arcate cieche e ghiere traforate, di influenza islamica. In alto s'impongono i profili solenni di tre cupole rosse (con calotta liscia, emisferica e rialzata) poste in contrasto cromatico con la severa monocromia delle pareti. L'interno presenta tre corte navate - di cui quella centrale è scandita dalla sequenza ritmica delle tre cupolette - separate da colonne.
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