La storia
Le origini della chiesa di S. Calocero, che insieme alla basilica di S. Pietro al Monte costituiva un unico complesso monastico benedettino, sembrano risalire al IX secolo. Il vescovo di Milano Angilberto II (824-859), infatti, avrebbe trasportato a Civate le reliquie del martire Calocero provenienti da Albenga e in tale occasione l'edificio venne costruito o ricostruito. Nel 1018 la chiesa risulta intitolata al Santo ma è sostanzialmente intorno al 1050 che venne edificata l'odierna basilica romanica a tre navate absidate e con copertura a capriate. Nel 1484, dopo un periodo di massimo sviluppo, il monastero fu dato in commenda ad abati che intrapresero importanti lavori di restauro. Nel 1556 l'abate Niccolò Sfondrati (futuro papa Gregorio XIV) affidò il monastero agli Olivetani che esercitarono anche l'Ufficio parrocchiale per la comunità di Civate. A partire dalla metà del XVII secolo, la chiesa e il monastero subirono importanti e radicali trasformazioni (venne costruita la volta della navata che occultò gli affreschi che decoravano le pareti della navata e l'arco trionfale, venne realizzato il chiostro con due ordini di portici e sulle pareti della cripta fu affrescata una teoria di Santi). La soppressione napoleonica del 1798 allontanò definitivamente gli Olivetani e il monastero passò in mano a privati che ne ridussero l'uso a magazzino e deposito. Nel 1899 venne demolita l'alta torre campanaria, che sorgeva sul fianco nord della chiesa. Nel 1931 il complesso fu riscattato da Mons. Edoardo Gilardi che la destinò a casa di riposo per ciechi. La chiesa fu così riadattata al culto e riconsacrata nel 1937. Attualmente il complesso è di proprietà della Fondazione Casa del cieco Mons. Edoardo Gilardi O.N.L.U.S ed ospita una casa di riposo per ciechi e anziani.