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Nella città di Ancona esistevano numerosi luoghi sacri e oratori dedicati al culto di San Biagio. Oggi resta solo la chiesa situata lungo lo storico corso Mazzini che collega Piazza Roma, e la celebre fontana del Calamo cosiddetta "Delle tredici cannelle", alla piazza della Repubblica con la chiesa del Sacramento e il Teatro delle Muse adiacente al porto.
Sin dal 1439, Ancona è un luogo di presenza e di permanenza di una comunità di dalmati e schiavoni, dove costituiscono la Confraternita della Madonna del Suffragio e di San Biagio. Successivamente, alla fine del XVII, viene costruita nella contrada del Calamo (attuale corso Mazzini), a ridosso del ghetto ebraico, una cappella poi ampliata a chiesa nel 1717. Nel 1745 la Confraternita decise di ampliare la chiesa dedicata a San Biagio, ad opera dell'architetto Giovan Battista Urbini (1691-1761).
La chiesa è a pianta rettangolare con un'unica navata terminante in un abside semicircolare e coperta con volta a botte lunettata. Il presbiterio ospita sia l'altare fronte popolo che quello antico in marmo, sopra il quale è possibile ammirare un dipinto dell'anconetano Domenico Simonetti. Negli altari laterali si trovano invece i dipinti dell'Immacolata con S. Giovanni e di S. Biagio e S. Nicola. Lo stile dell'interno è barocco, scandito da lesene in marmo con venature nere e capitelli dorati.
La chiesa di San Biagio, che presenta un ricco apparato decorativo di beni fissi e mobili, attesta una storia di relazioni, di commerci e di migrazioni: quella dei ragusani, o illirici o schiavoni, che già dal XII secolo intrattengono i loro rapporti con la città di Ancona, che insieme a Venezia e a Ragusa, con alterne e diverse fortune, rappresentano i tre significativi porti dell'Adriatico per diversi secoli. Un triangolo dove converge un ricco scambio tra l'Occidente e l'Oriente che è ben più ampio ed importante della sola dimensione commerciale perchè si tratta di una contaminazione culturale. Nell'autunno del 2022, l'edificio è stato restituito, a 270 anni esatti dalla sua consacrazione per il determinato desiderio dell'Arcivescovo e della Diocesi tutta, alla città, ai suoi fedeli e a quanti ne vogliono ammirare il ricco apparato storico e architettonico, tornando ad essere un punto di riferimento spirituale e culturale all'interno del del centro storico della città di Ancona.
Apprendisti Ciceroni Istituto comprensivo "Grazie Tavernelle"