Delle tre chiese sedrianesi esistenti quella di San Bernardino è la più antica, situata in quello che è stato il centro storico del paese. Al momento rimangono ignote le sue origini. Secondo le carte d’archivio più antiche disponibili, l’attuale costruzione risalirebbe alla metà del Cinquecento (Sec. XVI°); fu edificata, però, su un preesistente edificio del quale rimangono il bel campanile in cotto, Quattrocentesco, e parti di fondazioni ora celate sotto il pavimento, lato destro della chiesa. Insieme ai resti murari si è trovata anche una tomba la quale, da successive indagini, risale però al 1726. Ad erigere la chiesa contribuirono, probabilmente ed in vario modo, il popolo e i possidenti del paese. Irrisolta, al momento, è anche la motivazione della dedicazione della chiesa a San Bernardino da Siena vista anche, al suo interno, la mancanza, nel tempo, di immagini, simboli o scritte ad esso riferiti. E’ stato ipotizzato un passaggio del predicatore senese da Sedriano; la grande devozione popolare, dopo la sua elevazione a Santo (1450), potrebbe essere stato il motivo che fece decidere i sedrianesi per quella intitolazione della chiesetta ma, è un’ipotesa tutta da dimostrare. L’aspetto esterno dell’edificio giunto sino a noi, è semplice e sobrio. L’interno è ad unica navata con sei cappelle laterali (tre per lato) più l’abside con l’altare maggiore. I restauri hanno evidenziato diverse modifiche strutturali avvenute nel corso dei secoli (aperture e chiusure di finestre, soprattutto nella facciata, ecc.). Sul lato sinistro della chiesa venne fatta edificare, pare già nel Cinquecento, una casetta ad uso dei cappellani che si alternavano nella Messe fatte celebrare con i proventi di lasciti voluti da diverse famiglie di nobili e possidenti del paese. In un’ epoca imprecisata (oscure anche le ragioni), tale casetta divenne proprietà privata. La chiesa ha anche subito le vicissitudini del tempo e degli eventi storici: splendori, miserie, guerre e pestilenze; fortunatamente è sopravvissuta fino a noi con il suo prezioso carico di fede, d’amore popolare, ancora vivo in molti sedrianesi, e di arte.
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