Secondo la tradizione, la fondazione della chiesa di Santa Maria dell’Alto si deve ad un tale nobiluomo Guidone Vermiglio, che la fece costruire nel 1125 affidandone la gestione ai Frati Benedettini. Essa sorgeva e sorge tuttora su una collina, sulla attuale marina di Santa Caterina di Nardò, attualmente incastonata nell'antica Abbazia forse curata da monaci Basiliani di rito greco, poi passata ai Benedettini sino a diventare Masseria (infine residenza nobiliare dei nobili Tafuri-Fumarola) all'interno del Parco di Porto Selvaggio. L'antica costruzione è stata costruita a navata unica con copertura a volta a botte: l'altare maggiore di epoca cinquecentesca conserva un affresco della Vergine col Bambino che regge un cartiglio con scritte in greco, databile al XIV secolo. Le pareti laterali ed i fregi sono invece databili tra la metà del XVI secolo e gli inizi del XVII secolo. Attualmente lo stabile è di proprietà privata degli eredi Fumarola.