CHIESA DI S. DOMENICO

BUDRIO, BOLOGNA

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CHIESA DI S. DOMENICO
Il 5 dicembre 1605 il cardinale Paleotti concesse alla Compagnia del Santissimo Rosario di Budrio di costruire in paese una chiesa dedicata a S. Domenico a cui era attribuita l’invenzione del rosario. La Compagnia, costituitasi nel 1573 su richiesta dei frati Servi di Maria di San Lorenzo al generale dei Domenicani, fino alla concessione era stata costretta a vagare da una sede all’altra. Da subito cominciarono ad affluire offerte, il progetto venne quindi affidato a Giulio dalla Torre, prestigioso architetto bolognese. I lavori procedettero spediti tanto che il 17 agosto 1615 la chiesa, terminata, fu aperta “con gran festa e allegrezza”. Negli anni successivi la struttura architettonica subì modifiche con l’aggiunta del portico nel 1680. La chiesa si arricchì di ornamenti commissionati dalla compagnia e da ricche famiglie. Oggi, vista la chiusura della chiesa dopo la caduta di calcinacci a causa del terremoto del 2012, ci si deve limitare ad ammirare le quattro statue di santi domenicani (Domenico, Tommaso d’Aquino, Caterina da Siena e Rosa da Lima) in nicchie dal vivace ornato barocco sotto il portico ai lati del portale d’ingresso. Nella volta del portico, ad opera della stessa mano, è ammirabile un rilievo in stucco di una Madonna con il bambino in gloria tra angeli. Sono tutte opere inseribili nella tradizione della decorazione plastica in stucco, particolarmente fiorente in Emilia nel Settecento. Tra le pale d’altare presenti all’interno vanno sottolineate due pregevoli opere di Alessandro Tiarini: la Madonna del Rosario con Santi domenicani e misteri del rosario, sull’altare maggiore, e l’Assunzione della Vergine in cielo, in una cappella laterale. Nelle altre cappelle laterali sono da segnalare il Risanamento di Napoleone Orsini di Giuseppe Carlo Pedretti, il Padre eterno in gloria con i santi Giovanni Battista e Pietro Martire di Francesco Albani e San Vincenzo Ferrer di Ubaldo Gandolfi. La chiusura e l’abbandono dell’edificio fanno temere per gli otto altari in cotto e stucco, esemplare testimonianza dell’arte decorativa del Settecento bolognese, restaurati nel 2006. Nessun intervento di restauro è stato invece apportato nel corso del tempo alle pale d’altare in particolare alla Madonna del Rosario di A. Tiarini le cui condizioni apparivano già molto problematiche prima della chiusura del 2012. Abbiamo deciso di promuoverla come luogo del cuore per richiamare l’attenzione su un bene che, anche se parte della nostra storia e della nostra identità, è stato in parte dimenticato in questi ultimi anni, correndo gravi rischi per la sua conservazione.
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