CHIESA DELLA ROTONDINA

NERVIANO, MILANO

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CHIESA DELLA ROTONDINA
La chiesa, dedicata all’Annunciazione della Beata Vergine Maria, la cui festa si celebra il 25 marzo, è comunemente chiamata "La Rotondina" per via della sua forma circolare. La decisione di costruire questa chiesa campestre ai margini sud occidentali dell’antico centro di Nerviano, a protezione di una più antica immagine della Beata Vergine della bottega del Bergognone (già attivo nel vicino monastero degli Olivetani), fu suggerita dai due Borromeo, San Carlo prima e Federico poi. Tuttavia fu l’arcivescovo Federico Visconti nel 1681 a concedere il permesso di costruire la nuova chiesa, o l’ampliamento di un più antico oratorio. L’edificio infatti si compone di due vani, uno circolare, destinato ai fedeli, l’altro con classica abside poligonale tardo quattrocentesca, per l’altare. Allo stato attuale della ricerca non si sa se l’edificio fu costruito integralmente alla fine del XVII secolo o se fu costruito in due momenti successivi. Non si sa neppure chi fu l’autore dell’ampliamento se Giuseppe Maria Quadrio, figlio di Gerolamo Quadrio e fratello di Giovanni Battista, che in quegli stessi anni stava lavorando al vicino monastero di S.Ambrogio della Vittoria di Parabiago, come sostiene la Gatti Perer, o se si tratta di Giuseppe Quadrio, fratello di Giovanni, meno noto architetto appartenente a un ramo minore della numerosa famiglia milanese. Pensata come una cappella “aperta” ai quattro venti, come spesso succedeva per le cappelle campestri, nel XIX secolo i tre arconi che si aprivano nell’aula circolare dei fedeli furono chiusi. Successivamente a causa dell'espansione edilizia del centro abitato, la Rotondina entrò nel contesto urbano di Nerviano, pertanto l’immagine attuale della chiesa, seppur suggestiva e di rara bellezza, è molto differente rispetto quella che doveva avere sino agli inizi dell’800. Di incredibile bellezza l’aula circolare dei fedeli, con la sua architettura classica, bianca, semplice e geometrica, frutto certamente del disegno di un grande architetto e del lavoro di sapienti maestranze locali, con le due statue di gesso nelle grandi nicchie, le lesene con i capitelli corinzi e le trabeazioni finemente lavorate, oltre al bellissimo affresco della bottega del Bergognone che si trova sulla parete di fondo, dietro l’altare.
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