Antoniotto Ghiringhelli, della famiglia de’ Ghiringhelli di Bodio, il 18 marzo 1488 fece testamento disponendo che nella località della Gazzada sorgesse una cappella per l’elezione della quale mise a disposizione 125 fiorini (centum viginti quinque auri valoris…) in aggiunta ad una dote di diversi appezzamenti di terreno affinché un sacerdote potesse celebrare ogni giorno festivo e due volte la settimana la S. Messa, volendo far risparmiare ai compaesani il disagio di recarsi fino a Schianno.
Un cappellano avrebbe poi dovuto risiedere nella casa sita vicino alla chiesa percependo egli stesso i redditi della cappellania.
La chiesa sorta con patronato privato, ma di uso pubblico, fu consacrata il 26 giugno 1574 in occasione della Visita pastorale del Card. Carlo Borromeo.
Il cappellano però, non risiedendo in loco secondo le disposizioni testamentarie, fu costretto successivamente dal Card. Federico Borromeo alla restituzione dei profitti conseguiti.
Nel 1637, in occasione della visita pastorale del Card. Monti, la situazione della chiesa era questa: il tetto aveva bisogno di rifacimento, le pareti dovevano essere scrostate e imbiancate, le finestre laterali erano sprovviste di tela cerata, mancavano la sacrestia ed un armadio decoroso in cui riporre i paramenti sacri.
Già allora, tra gli oneri che il cappellano doveva osservare, vi era la rimozione del terreno adiacente alla cappella in modo da evitare l’umidità ed il livellamento del pavimento. La situazione rimase però inalterata sino alla fine del 1600.
Nel 1839, a seguito del rifacimento del pavimento della Chiesa Parrocchiale di S. Croce, il parroco, su autorizzazione, spostò nella chiesetta dell’Assunta le funzioni religiose.
Dal Liber chronicus e dagli atti delle Visite pastorali rileviamo che la chiesa disponeva di una preziosa abside; per un gradino si accedeva al piano del presbiterio delimitato da una balaustra in pietra di Viggiù, a colonnine. L’ingresso dell’altare doveva essere munito di cancelletto in ferro, cosa però mai eseguita. Anche il rosone a vetrate, che illuminava originariamente l’interno, fu sostituito da un’ordinaria apertura quadrata.
Quasi per quattro secoli la chiesa accolse i fedeli sino a che una legge del 1868 consentì ai Girelli di Azzate e Daverio di svincolare il patrimonio della cappellania. Non assolsero più gli obblighi della fondazione e trasformarono la chiesetta in legnaia vendendo la campana del piccolo campanile alla Fabbriceria di Cinisello.
Poiché ciò violava la legge canonica la Fabbriceria di Gazzada, unitamente al parroco don Stoppani, nel 1898 iniziò una causa contro gli eredi per la rivendicazione dei propri diritti. La vertenza si risolse con una transazione in base alla quale i padroni di allora restituirono l’oratorio con annessa sacristia.
Il Sindaco Guido Cagnola ne propose subito il restauro partendo dalla soffittatura realizzata secondo i criteri dell’epoca, vale a dire alla cappuccina. L’incarico fu affidato all’Arch. Bagatti Valsecchi di Milano ma ben presto i fondi a disposizione si esaurirono ed i lavori vennero forzatamente sospesi.
Ciò non impedì però nel 1904, in occasione del 50° della proclamazione del Dogma dell’Immacolata, di inaugurare la riapertura al culto “d’una Chiesa del Cinquecento che da oltre un trentennio era passata ad uso di magazzeno…” Detta Chiesa, dedicata già a Santa Maria Assunta, “…porterà d’ora in avanti il titolo di S. Maria Immacolata ed Assunta.” In tale chiesa erano solite riunirsi le Figlie di Maria.
Altre migliorie furono poi apportate all’edificio nel 1925.