CALASCA-CASTIGLIONE FR. BARZONA, CHIESA MADONNA DEL SASSELLO

CALASCA-CASTIGLIONE, VERBANO CUSIO OSSOLA

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CALASCA-CASTIGLIONE FR. BARZONA, CHIESA MADONNA DEL SASSELLO
Già da tempo immemorabile esisteva su una rupe panoramica in località Sassello, a 951 metri s.l.m., una cappella rivolta verso il sottostante alpe Pavù, meta di molta devozione. Essa fu eretta sul sentiero che sale dalla frazione di Barzona verso i suoi alpeggi, nel punto in cui si dirama fra La Cresta e Cingora da una parte e Cortelancio e Lavazzero dall'altra (quest'ultimo è l'alpeggio più alto del territorio di Calasca a quasi 2000 metri di quota e caricato ancora oggi). In seguito l'edicola fu racchiusa in un piccolo edificio a pianta quadrata, con soffitto tondeggiante e cupola sferica, come ancora oggi possiamo vedere. In un secondo tempo, per impulso dei generosi fratelli sacerdoti Barzonesi don Carlo Maria e don Bernardino Tonna (grandi benefattori nella Comunità di Calasca), nel 1780 la chiesetta venne prolungata verso oriente, con l'aggiunta del presbiterio e di una minuscola sacrestia a monte. Fu chiuso l'ingresso a valle e ne venne aperto uno a occidente. (Sono rimasti ancora i due gradini esterni di accesso, mentre sopra l'architrave della porta fu ricavata una finestra a lunetta). Fu posato un semplice altare in calce e gesso, sormontato da una alzata in legno. Al centro della parete absidale fu collocato un Crocifisso, incassato in una cavità del muro, fra due nicchie ai lati. In alto furono dipinte due tende che si aprono sull'altare, in bella armonia con le decorazioni del soffitto, a forma di volta a crocera. Tra le suppellettili liturgiche ci sono sopraggiunti 2 candelieri in metallo, i croce, 2 reliquiari in legno, l'uno di S. Valentino M. e l'altro di S. Lucio M. Il nuovo edificio, dedicato alla visitazione della B.V. Maria (31 maggio), venne benedetto il 28 agosto 1782 dal teologo don Bernardino Tonna, con l'assistenza di don Giovanni Marocco di Boretta e di don Biagio Rampanelli, cappellano di Vigino. Poco dopo, nel 1789 venne costruito un campaniletto (la cui data di erezione compariva fino a non molto tempo fa, sotto il suo tettuccio in piode). Da ultimo fu eretto anche il pronao con tre archi a volta, sostenuto da due pilastri. Con tutte queste trasformazioni e aggiunte ne è risultato un oratorietto di montagna molto caratteristico, singolare, in cui la cappella originale è incorporata nella parete a monte della chiesetta, a sinistra di chi entra. Essa forma l'unico altare laterale. Vi si conserva l'antico affresco devozionale di inizio '600, di bella fattura (sembra la stessa mano di chi ha realizzato l'ancona dell'Oratorio di Barzona). Rappresenta la Madonna Regina seduta in trono con il Bambino benedicente, in piedi sulle ginocchia materne e il braccio sinistro teneramente stretto al collo della madre. Sia la Vergine che il Figlio hanno una corona in testa: qualcuno ha incastonato nel muro anche due corone metalliche sopra quelle dipinte (oggi rimosse). A sinistra di chi osserva vi è S. Pietro con le chiavi, mentre a destra il cardinale S. Carlo Borromeo in abiti liturgici. In alto in una lunetta, è raffigurato il Padre Eterno fra angeli festanti. Finemente abbellito da decorazioni pittoriche anche il soffitto a volta della cappella votiva.
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