CHIESA DEL PURGATORIO

CASTELVETRANO, TRAPANI

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CHIESA DEL PURGATORIO
La costruzione del sacro edificio, nei volumi che oggi ammiriamo, iniziò nel maggio del 1642 per volere di Diego Aragona Pignatelli principe di Castelvetrano. I lavori coinvolsero i resti di una piccola chiesa preesistente già retta dalla Congregazione del Purgatorio e terminarono nel 1664. Attorno ad essa sorsero in tempi diversi altri edifici religiosi quali l’Oratorio di San Filippo Neri ed il Collegio di Maria. La chiesa solida ma elegante presenta una planimetria basilicale a tre navate, sormontata dal claristorio sostenuto da colonne con archi a tutto sesto. L’edificio culmina in un’abside rettangolare ove campeggia l’altare maggiore. Gli altari delle navate laterali sono posti in piccole cappelle di gusto baroccheggiante. L’aula è coperta da una volta a botte riccamente stuccata ed affrescata, mentre le navate laterali sono coperte da volte a crociera. Le cappelle laterali sono caratterizzate da paraste in stucco e decorate da cornici e fregi con motivi floreali. Notevole e aggraziata risulta la decorazione delle coperture eseguite nel 1746 dagli stuccatori di origine castelvetranese, i fratelli Nicola e Gaspare Curti. L’altare era sormontato dalla pregevole tela attribuita a Olivio Sozzi (1690-1765), raffigurante la Trinità, la Vergine e le Anime purganti, oggi custodita insieme agli altri dipinti e alle statue delle cappelle laterali nella vicina chiesa Madre. La facciata, eseguita nel Settecento, costituisce un secondo intervento decorativo nel quale si amalgamano elementi del tardo manierismo con elementi barocchi, su cui prevale la funzione scenica e prospettica di decoro urbano, confermata dal forte verticalismo che accentua il movimento ascensionale degli elementi architettonici che la compongono. Su ciascuno dei due ordini in facciata, si aprono due nicchie con le sculture di San Sebastiano e di San Filippo Neri, e delle Anime purganti in preghiera tra le fiamme. Il cornicione sommitale mostra le rimanenze di un bel gruppo scultoreo di angeli intenti a reggere una croce, purtroppo rovinato dal violento terremoto del Belìce nel 1968. L’edificio subì un restauro statico nella prima metà del Novecento mentre negli anni ’60 gli eredi dei principi Pignatelli si adoperarono per la sostituzione degli antichi pavimenti in terracotta con il più nobile marmo. La Diocesi, ente proprietario del monumento, ha da poco iniziato il consolidamento e la messa in sicurezza delle coperture lignee ormai fatiscenti. Rimangono da sottoporre ad un delicato intervento di restauro gli affreschi e le decorazioni in stucco delle cappelle laterali gravemente inficiate dall’umidità. La chiesa da tempo non più utilizzata per le sacre funzioni è stata adibita in tempi a noi recenti ad auditorium.
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