CHIESA DEI SANTI GIUSEPPE E FILIPPO NERI

OSTRA, ANCONA

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CHIESA DEI SANTI GIUSEPPE E FILIPPO NERI
La chiesa dei santi Giuseppe e Filippo Neri è stata costruita nel 1781 dalla Congregazione dei Padri Filippini, chiamati ad Ostra dalla Confraternita della morte ed Orazione, in seguito alla demolizione di una preesistente chiesa in stato di totale degrado. Sorge nei pressi della Porta di Sotto, lontano dalla basilica collegiata di Santa Croce.
Dall'ingresso, che si apre su via del Corso, si accede al piano del pavimento della chiesa ad una sola navata, salendo una scalinata di una decina di gradini e, quando si è in cima quello che colpisce di più è l'ampiezza, la luminosità, la semplicità architettonica e l'armoniosità dell'interno: un vero gioiello dell'arte sacra. All'interno la chiesa appare d'impronta decisamente barocca caratterizzata dal gioco di colonne, timpani, stucchi dorati e scandita dal ripetersi di lesene, che sottolineano le parti angolari, incorniciano le piccole cantorie e le nicchie. Nei pennacchi d'imposta sono collocate le immagini allegoriche delle Virtù. L'ampio vano absidale rettangolo (cappellone), sopraelevato di un gradino rispetto all'aula, è voltato a botte lunettata e ospita l'altare maggiore, sormontato da due angeli di stucco ed oro. Questo, come gli altri due laterali, che aprono il loro arcosolio nell'aula, mostra una snella composizione classicheggiante, con frontone sorretto da semicolonne strigliate d'ordine corinzio con fregio decorato. La sobria ed elegante decorazione in stucco a festoni, ricorrente in tutto l'edificio, ritma gli spazi della volta, occupata al centro dalla tela ottagona con lo sposalizio della vergine di Giovanni Anastasi (1704), lo stesso artista cui sono riferibili gli altri due dipinti con episodi della vita di san Filippo, inseriti negli intradossi degli arconi eùche sovrastano l'ingresso e il presbiterio. L'altare maggiore è sovrastato da una tela, che rappresenta il Transito di san Giuseppe, opera di Claudio Ridolfi. Il dipinto, che misura m. 3,50 x 1,85, è racchiuso nella fastosa fronte d'altare, decorata a finto marmo ed impreziosita da candidi stucchi definiti in oro, ritrae il Santo disteso sul letto, coperto da un lenzuolo e da un panno giallo, con gli attrezzi da carpentiere appoggiati su una cassetta ai piedi del letto. Giuseppe è assistito, alla sua sinistra da Gesù, in piedi in atto benedicente, e al lato opposto, dalla Vergine Maria, china su di lui, vestita di un manto azzurro sopra la veste violacea. In alto, tra le nubi, l'attende l'Eterno Padre, circondato dagli angeli. Nell'altare in cornu Evangelii, dedicato alla Vergine di Costantinopoli, è custodita una tela dotata di un meccanismo a carrucole, che consente lo scorrimento della tela all'interno della parente, offrendo così alla venerazione dei fedeli una statua di san Giuseppe con il Bambino Gesù, custodita in una nicchia. La pala, di autore ignoto, raffigura la Vergine di Costantinopoli con il Bambino Gesù, sorretta dagli angeli, con i santi Giovanni Nepomuceno e Filippo Neri in estasi. Di fronte, l'altare in cornu Epistulae, era dedicato alla Madonna del Suffragio, rappresentata in una tela, anch'essa opera del Ridolfi, attualmente custodita nella Casa parrocchiale.
La chiesa conserva al suo interno un pregevole organo settecentesco, opera del padovano Gaetano Callido. Nella controfacciata, alla base dello stemma con gli emblemi filippini (una coppia di gigli intersecanti ed includenti un cuore fiammeggiante) è stata sistemata una lapide, che ricorda la nuova consacrazione dell'edificio, avvenuta il 14 ottobre 1781, e la dedicata ai santi Giuseppe e Filippo Neri.
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