Nei capannoni dismessi di un vetreria del golfo lavenese, nel 1856, i signori Carnelli, Caspani e Revelli fondarono la Società Ceramica C.C.R.. La produzione, che prese avvio con 36 operai, era inizialmente orientata alla terraglie economiche per uso domestico, destinate a sostituire le stoviglie allora in uso presso i ceti meno abbienti, fatte di rame, peltro, stagno o legno. Grazie alle opportunità materiali (abbondanza d’acqua, il capannone industriale, il combustibile) e logistiche (la via di trasporto via lago e fiume), la Ceramica di Laveno crebbe ben presto la sua notorietà, sia in Italia che all’estero. Negli anni Venti, la spinta innovativa delle tecnologie per la produzione venne affiancata da un altrettanto intenso sviluppo dei reparti artistici. Inizia la collaborazione con l’architetto Piero Portaluppi, che - oltre alla direzione artistica della Società e del disegno di alcune ceramiche - nel 1924 venne incaricato della progettazione dei Magazzini Generali, in Località Ponte, direttamente raccordati con le Ferrovie dello Stato. Portaluppi, riferimento per la classe borghese milanese, si distinse per il suo stile innovativo e signorile, sia dal punto di vista estetico e decorativo che strutturale/tecnico. In quegli anni egli fu molto operoso a Laveno: tra vari studi e progetti, realizzò anche Villa Fumagalli, oggi centro culturale del Comune, e Villa Frascoli, privata e recentemente restaurata. Gli Stabilimenti Ponte rappresentano un notevole esempio di architettura industriale italiana, simbolo di una collettività produttiva sensibile anche all’estetica. Non più in uso da tempo, il complesso (comprensivo della palazzina degli uffici, degli edifici di ingresso e di servizio) si presenta in stato di forte degrado. E’ in attesa di un progetto di riqualificazione di restauro, per essere, chissà, riconvertito in un polo culturale attrattivo e proficuo per Laveno e il suo territorio.
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