CENTRO STORICO DI ROCCA SAN GIOVANNI

ROCCA SAN GIOVANNI, CHIETI

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CENTRO STORICO DI ROCCA SAN GIOVANNI
Bisognerebbe ringraziare la natura che ci sussurra attraverso i suoi segreti, i suoi suoni. Bisognerebbe farlo ogni giorno. E bisognerebbe riuscire a scorgere tra le peculiarità nascoste dei luoghi periferici, l’anima di una civiltà operosa ed umile. Raggiungiamo Rocca San Giovanni, borgo tra i più belli della nostra penisola, in provincia di Chieti, con un orizzonte negli occhi pieno di aspettative. Stavolta ancora di più. Ci lasciamo solleticare dal desiderio di ricambiare il sorriso gentile ed ospitale di uno straniero, di osservare qualche donna protesa a ritirare il bucato asciutto da una finestra, di ascoltare l’acciottolìo dei piatti nei vicoli, tra una pietra ed un cespuglio. La magia della “Costa dei trabocchi”, che incornicia il paesaggio di accesso dal litorale al paesino, infrange di bellezza i pensieri dei tanti visitatori. È un orgoglio di stile e di eccellenza per l’Abruzzo tanto poco vanitoso quanto ricco d’incanto. Ad accogliere i turisti in visita vi è una piazza suggestiva impreziosita dalla solennità di una torre campanaria del 1200 (si può fare un riferimento al rintocco delle campane regala unicità ai tanti che villeggiano nei B&B del centro storico), l’unica sopravvissuta delle tre antiche torri quadrangolari alle intemperie della storia, un monumentale Palazzo del Municipio che tramanda la specificità di essere il solo della provincia chietina a detenere la paternità della costruzione con le effettive funzioni da sede del Comune e la Chiesa di San Matteo Apostolo ancora dotata delle originarie arcate romaniche. Il rintocco delle campane crea sempre suggestione agli abitanti del paese e ai turisti in visita, forse come un promemoria per non dimenticare le trazioni del passato e vivere allo stesso tempo emozioni magiche. Rocca San Giovanni nasce intorno alla metà dell’anno 1000 per opera di un abate di San Giovanni in Venere che fondò il castello radunando le popolazioni diffuse per i casolari campestri in una cinta fortificata allo scopo di proteggere abitanti e monaci in caso di assedio. Ed è questa temporalità medievale che assorbe l’odore dell’intero centro abitato. Un odore che si fa più acuto e penetrante quando ci si addentra nelle pittoresche viuzze del borgo, dove ogni abitante diventa guida turistica del luogo. Percorrendo gli angoli suggestivi del borgo, è possibile incontrare lo Chef della taverna che si trova all'interno delle antiche mura, il quale accompagna i passanti alla scoperta di angoli caratteristici del posto e li riempie di nuovi profumi, di quelli dei suoi piatti raccontati e “stagionalizzati” (la stagionalità dei prodotti lo ha indotto a programmare menù diversi mese per mese), dell’aroma degli agrumi, degli ulivi, delle nespole. In un batter di ciglia, autorità locali, Pro Loco e cittadini sono pronti a far visitare il patrimonio di respiro culturale ed artistico del Municipio, dei monumenti storici e vicoli in fiore, intenti ad illustrare le numerose peculiarità di un territorio ricco e da valorizzare, le attività in tema di ricerca storica per preservare la memoria del passato, l'impegno civico svolto con serietà, passione e dedizione per contribuire ad elevare ulteriormente l'identità turistica del territorio e migliorare la qualità dell'accoglienza. Un palpitare di sperimentazione, di confronto, di socialità di una terra che cerca la felicità anche d’inverno e che ha saputo conservare intelligenze naturali e capacità costruttive per vivere la modernità al meglio dei valori antichi. In riconoscimento ad un paese che ha le stesse strade percorse da abati e patrioti, il pane, quella parola tanto buona del lessico della natura, è la volontà di non eclissare l’uomo, misura di tutte le cose. Il fascino dei trabocchi, la limpidezza e produttività del mare, la giusta dolcezza ed energia della cittadinanza, la tranquillità del borgo antico, determinano l’identità di questo luogo quasi a generare un racconto fiabesco.
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