Il cuore del centro storico di Concordia sulla Secchia è costituito da Via Pace e da Piazza della Repubblica. In origine Via Pace costituiva il borgo originale in cui risiedeva tutta la popolazione di Concordia, non a caso nel passato è stata chiamata Via Maestra, Via Principale e Via del Borgo. Si snoda parallela al corso del fiume Secchia e la sua caratteristica principale sono i portici, costituiti da 99 colonne nel lato dei così detti “portici lunghi”, mentre sull’altro lato i “portici corti” sono interrotti dalla facciata della chiesa parrocchiale di San Paolo e dalla realizzazione, risalente agli anni ’20 del 1900, di Via Garibaldi. Gli edifici che vi si trovano sono stati ricostruiti dopo l’incendio di Concordia del 1704 ad opera dei soldati francesi e sono tutti adiacenti l’uno all’altro, con le abitazioni al primo piano, le botteghe con i portici al pian terreno e sul retro i cortili interni con i rustici. La chiesa parrocchiale, che, come detto si affaccia su Via Pace, risale al 1599, ma anch’essa danneggiata dall’incendio del 1704 è stata ricostruita nel 1718 ed ora di nuovo gravemente colpita dal terremoto del 2012. Completa il centro storico Piazza della Repubblica, su cui spicca il maestoso Palazzo Corbelli, risalente agli inizi del 1600, che è stato la sede del Municipio fino al terremoto del 2012 che lo ha reso inagibile. Il centro storico di Concordia, così come tutto il paese, è stato gravemente danneggiato dal terremoto che nel 2012 ha colpito l'Emilia e le ferite sono ancora ben visibili dopo più di dieci anni, in particolare sul Palazzo Corbelli che è attualmente in fase di restauro e sulla chiesa parrocchiale della quale rimane solamente la facciata e di cui non si conoscono i tempi di recupero. Alcuni lavori sono ancora in corso per il ripristino dei palazzi storici in via Pace, mentre la maggior parte sono già stati recuperati e resi agibili. Tutto questo ha causato un forzato allontanamento dei concordiesi dal centro storico e questa candidatura a luogo del cuore FAI, nasce dalla volontà di rivitalizzarlo, di valorizzarlo e di diffondere la sua conoscenza e la sua storia, fatta anche delle ferite di cui porta ancora i segni, ma che con l'aiuto di tutti possono essere rimarginate molto più velocemente.
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