Percorrendo i sentieri nei boschi di Pisogne si possono incontrare pietre da macina semilavorate e abbandonate, ricoperte da muschio. Sono la testimonianza di un’attività che coinvolgeva gran parte del territorio comunale nota anche dai documenti che attestano la pratica a partire dal XV secolo. L’ottima qualità dei prodotti faceva sì che il mercato delle macine valicasse i confini regionali e, a volte, anche nazionali. Le macine, o mole, venivano impiegate nei mulini che macinavano granaglie e castagne e nei frantoi dove si schiacciavano le olive. In passato erano utilizzate anche come pietre tombali, come hanno dimostrato rinvenimenti di epoca romana a Darfo e di epoca medievale a Pontenove di Bedizzole. A Pisogne le mole furono utilizzate come basamento per le colonne della piazza e di via San Marco, come soglia di abitazioni nel centro storico e come primo gradino di scale. Durante i lavori di rifacimento della piazza principale, ad esempio, è stato rinvenuto l’antico molo sul lago in cui furono impiegate per il sostegno numerose macine. Anche i lavori di scavo alla Pieve di Santa Maria in Silvis hanno mostrato che i muri perimetrali poggiano su pietre circolari. visitlakeiseo.info
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