A Gambellara, sulle propaggini sud-orientali dei Monti Lessini (Prealpi Venete) in provincia di Vicenza, è custodito un patrimonio geologico unico che merita di essere preservato e valorizzato: i basalti colonnari del parco San Marco, delle spettacolari rocce vulcaniche a forma di prismi esagonali.
Questa formazione litologica risale al periodo geologico denominato Eocene (il primo periodo del Terziario, che va dai 55,8 ± 0,2 milioni di anni fa (Ma) ai 33,9 ± 0,1 Ma), quando il colle di San Marco era uno dei vulcani attivi della zona. Sotto l’aspetto chimico, le rocce basaltiche sono caratterizzate da un basso contenuto di silice (SiO2) dal 45 al 52% in peso e da un alto contenuto di plagioclasio calcico e pirosseni. La caratteristica forma di colonne prismatiche esagonali è dovuta alla repentina solidificazione del magma a contatto con l’aria: raffreddandosi rapidamente, il magma si frattura in tante colonne il cui diametro dipende dalla velocità di raffreddamento – maggiore è la velocità di raffreddamento, minore è il diametro delle colonne. Affioramenti simili in Italia sono presenti in Veneto sui Colli Berici e a San Giovanni Ilarione, in Sicilia e in Sardegna.
Nel corso dei secoli, la popolazione di Gambellara e dei centri limitrofi ha utilizzato i basalti colonnari a scopo edilizio - tutt'oggi sono visibili numerose abitazioni costruire interamente grazie all'impiego di queste rocce - e per la realizzazione di opere di pubblica utilità, come nel caso degli argini del torrente Rio e dei suoi affluenti.
L’affioramento basaltico oggi visibile è quanto resta dopo l’intensa attività estrattiva del secondo dopoguerra: queste rocce vennero infatti utilizzate per la costruzione delle massicciate ferroviarie. Ad oggi si è conservato solo un breve tratto dello spettacolare fronte basaltico originario, a testimonianza dell’incredibile importanza geologica di questo sito, visibile all’interno dell’anfiteatro che costituisce il cuore del parco San Marco, nato negli anni Novanta dalla bonifica della cava preesistente.