Il Castello Visconteo di Pandino è uno dei castelli viscontei meglio conservati della Lombardia, edificato per volere di Bernabò Visconti e di Regina della Scala a partire dal 1355 circa, l’edificio presenta ancora in gran parte le strutture architettoniche originarie e le decorazioni pittoriche del sec. XIV, rappresentanti principalmente motivi geometrici alternati alle insegne nobiliari dei Visconti e dei della Scala.
I signori di Milano scelgono questa località perché è un piccolo villaggio circondato da boschi, ideale per dedicarsi alle battute di caccia. Inoltre Bernabò Visconti predilige Pandino perché, essendo terrorizzato dalla peste che in quegli anni incombeva su Milano, era un posto ideale per potervi sfuggire, in quanto lontano dai grandi centri abitati dell’epoca.
L'edificio ha pianta quadrata, con quattro torri angolari quadrate, delle quali solo quelle orientali sono integre mentre quelle occidentali sono state demolite nell'Ottocento.
L'interno si caratterizza per l'ampia corte, circondata al piano terra da porticati con archi acuti e a quello superiore da loggiati con slanciati pilastrini quadrati. In origine, le pitture ornavano tutte le superfici, anche esterne, del castello.
Nel corso della II guerra mondiale, su una delle torri del castello, vengono portati i fili del telegrafo per segnalare al comando germanico il passaggio degli aerei alleati; a quel tempo il castello era abitato da famiglie in affitto, cui si erano aggiunti gli sfollati da Milano.
A partire dagli anni ’50 il castello diventa sede del Comune di Pandino.
DA VEDERE
¿ L’arena interna e il loggiato superiore e le numerose stanze affrescate con pitture originali del XIV secolo.
¿ Le sale dedicate alla vita medievale: sala della caccia, sala del drago Tarantasio, sala dei Tarocchi.
¿ L’esposizione dedicata a Marius Stroppa a cura dell’associazione “Marius Genio e Macchina”: mostra permanente del poliedrico artista pandinese, fu grafico, illustratore, urbanista, inventore