L'imponente e sontuoso Castello Svevo è posto sulla sommità del colle sul quale si estende il centro abitato di Rocca Imperiale, con le sue case disposte a gradinata, a circa 250 metri sul livello del mare. La fortezza fu fatta costruire da Federico II di Svevia nel 1221, secondo alcune fonti, secondo altre è la data del 1225 che vede l’inizio dei lavori; sicuramente l’opera fu iniziata in seguito all’emanazione degli editti di Capua del 1220, con i quali l’imperatore ordinò la costruzione o la ristrutturazione di ben 200 castelli a scopo difensivo nella nostra Italia meridionale. Il Castello venne edificato in un luogo di grande importanza militare e strategica: a controllo dell’antica via Appia-Traiana che partendo da Reggio Calabria e costeggiando il mare Jonio andava a congiungersi a Brindisi con l’Appia antica.
L’azione di sorveglianza si estendeva così all’intero del golfo di Taranto. Inoltre, al principale scopo difensivo, Federico unì il compito di dare asilo alla Corte negli spostamenti e nelle partite venatorie alle quali il territorio era adattissimo.
Alla costruzione del castello seguì lo sviluppo di un florido centro abitato nel quale convogliarono le genti di una serie di insediamenti fortificati presenti nel territorio (Murgie di Santa Caterina, Monte Soprano, Presinace di Nocara).
Dopo la morte di Federico II, Rocca Imperiale fu affidata ai Cavalieri dell’Ordine Gerosolimitano da Carlo I d’Angiò, che nel 1271 soggiornò nel castello per alcuni mesi. Terminato il dominio angioino, nel 1487, Alfonso II d’Aragona duca di Calabria non si limitò solo a rafforzare la rocca con l’aggiunta di mura di cinta e torri merlate, ma la ampliò in modo da coprire in molte parti il vecchio monumento svevo.
Nei due secoli successivi molti furono i feudatari che si avvicendarono nel governo del territorio, tra cui i Carafa e i Raimondi, territorio costantemente martoriato da incursioni barbaresche. Infatti nel 1664 il castello resse all’attacco di ben 4000 pirati saraceni che devastarono Rocca, distruggendo l’antica chiesa duecentesca sita nel centro storico di cui rimane oggi solo il bel campanile romanico con bifore e cornici.
Nel 1717 il feudo passa ai duchi Crivelli ai quali si devono le ultime notevoli alterazioni del maniero, con l’aggiunta delle grandi fabbriche sovrastanti gli ambienti medievali, che trasformarono la fortezza in una piccola reggia. Ma, abolito il feudalesimo, la famiglia Crivelli, si sbarazzò dei mobili e degli arredi e nel 1835 il castello divenne proprietà del vescovo Pujia di Tursi, che abbandonata l’idea di insediarvi un seminario, iniziò quel periodo di devastazione che, negli anni di abbandono, ridusse l’enorme mole della fortezza a cava di materiale edile, soggetta ad ogni sorta di vandalismo. Acquistato dalla famiglia Cappa nel 1903 il castello è stato abitato fino al 1989, quando gli ultimi eredi della casata decisero di donarlo al comune di Rocca Imperiale.
Il Castello Svevo di Rocca Imperiale (CS) evidenzia una pianta di forma quadrangolare, costituita da una maschio poligonale a scarpa. Delimitato a sud da uno sperone roccioso che si protende sino ai margini della collina.
La struttura presenta ad ovest una torre a sezione cilindrica senza scarpatura, di certa attribuzione federiciana. Sul lato di Nord-Ovest una torre amigdaloide (detta Torre Frangivento) di manifattura aragonese.
A Nord-Est si erge la torre “Polveriera”, con base troncoconica e sezione superiore cilindrica, conforme alla splendida torre di Sud-Est finemente decorata da beccatelli e cinta da merli e caditoie, nello stile tipico aragonese.