Il Castello di Oliveto Citra, di cui sono rimaste in piedi poche mura a causa del terremoto del 23 novembre 1980, sebbene non compaia di frequente nella letteratura dei castelli significativi dell'Irpinia, riveste un significato importante.
Risalta fra i tanti esempi di paesi con castello, così diffusi in tutto il meridione montuoso, e ciò per una particolare situazione naturale ed urbanistica. Al culmine del paese digradante si erge un'alta formazione rocciosa su cui poggiano le attuali rovine, che dominano tutta la valle intorno.
Una bellissima cornice di monti fa da sfondo tra disegni di nuvole che vi si attardano di frequente, contribuendo ad un effetto particolarmente suggestivo.Tale magica bellezza si percepisce in maniera accentuata percorrendo il bel paese verticale; la catena di piazzette al suo primo culmine, poi, il viale misterioso oltre il cancello, non a caso luogo delle recenti apparizioni della Madonna. Faticoso è l'incedere lungo i fianchi della roccia e tutto lascia pensare al necessario aiuto dei cavalli e di forti bestie da soma. Infine, una volta su, grande è la suggestione della vista tutt'intorno e dell'ampia valle rigogliosa.
Si può a questo punto parlare di cospicuo valore architettonico del <>, di un'alta temperatura di valore estetico del luogo a cui va assegnata quell'intensità di documento d'ambiente da valorizzare e, che è così frequente nella nostra penisola.
E si può aggiungere un'altra verifica di ordine critico estetico, una nota profonda di tanta suggestione: sembra aleggiare come una muta presenza: il ricordo storico di Spartaco e la sua battaglia che vide la sua sconfitta.
I diffusi resti romani sulle cime vicine ed i racconti delle età più recenti si interpongono a tratteggiare il carattere forte della gente del posto, ed il suo destino così drasticamente segnato dalle distruzioni dei terremoti recenti.
Più in fondo si intravede Auletta, col suo castello puntiforme e, si raccontano storie di contese avventurose ed appassionanti confronti colle genti confinanti e, tutto sembra riassumersi proprio qui su queste vestigia cui si è cercato di dare una pronta sistemazione e, soprattutto, una destinazione congruente col suo valore e colla sua potenzialità urbanistica e storica.
Un altro motivo di valore più decisamente urbanistico è il rapporto che lega il castello al tessuto del paese, il quale presenta una situazione favorevole in quanto il vecchio centro è ben vivo ed è anche il centro di tutto il tessuto urbano. Non è, infatti, avvenuta quella spiacevole diffusa situazione di abbandono che caratterizza tanti altri centri analoghi.
Sebbene privo di edifici di un particolare valore architettonico (tutti posteriori al terremoto del '600) rilevante è, invece, il tessuto viario e tutto il sistema degli spazi ad alta presenza umana e sociale che crea il centro del paese. Tipico è lo snodarsi delle piazzette inerpicate (piazza Garibaldi) e delle stradine che, poi, muoiono sotto il castello e davanti alla chiesa madre, le diramazioni delle antiche trame delle case serrate a grappoli attorno alla rocca potente ne fanno un unico inscindibile nodo urbanistico. Le logge, i tetti, i particolari minimi, le scale, fanno coro attorno al percorso che è come una preparazione all'ingresso del castello, al suo viale di accesso, ed infine, alla forte impressione del suo slanciarsi verso il cielo.
E come se il tutto dovesse assumere un nuovo respiro di significato, una nuova possibilità di funzione e di rapporto sociale.
Note Storiche
Un bel castello baronale forma un oggetto cospicuo del Sele, così nel 1898 era indicato il castello di Oliveto Citra. Il complesso sorge al centro dell'abitato ed è uno dei tipici castelli baronali del Sud.
I reperti più antichi sono stati trovati nei dintorni di Oliveto, dove sono state fatte scoperte archeologiche di un certo rilievo, con reperti risalenti al VI sec. a.C. L'impianto del paese è di origine medioevale, la prima notizia che ne ricorre è nel 1114, q