Lenta è un antico villaggio con la struttura tipica degli accampamenti romani in quanto conserva le due vie principali, il cardo e il decumano. Potrebbe essere stato un avamposto nella provincia Cisalpina, occupando un posto strategico allo sbocco di un guado sul fiume Sesia, per bloccare le offensive dei Cimbri e dei Teutoni provenienti da nord, definitivamente sconfitti dal Console Mario nel 101 a.C. nella famosa battaglia dei Campi Raudii la cui collocazione è senza dubbio nel vercellese. La denominazione di Lenta potrebbe risalire alla famiglia patrizia dei Lentulo appartenenti alla gens Cornelia e dedita alla coltivazione di lenticchie. Eusebio da Cagliari divenne primo Vescovo della primeva diocesi di Vercelli nel 345, occupando la stessa quasi l'intero Piemonte. Tornato dall'esilio in Palestina recò con se, oltre alla statua della Vergine, ora ad Oropa, anche le reliquie del Proto Martire Santo Stefano, fondando a partire dal 371 trentasei Pievi Eusebiane, contenenti ciascuna una preziosa reliquia del Martire. Lenta fu una di queste Pievi dedicate a Santo Stefano, la cui fondazione risale alla prima metà del V secolo. E' stata, a partire dal 1979 per oltre cinque anni, oggetto di una esemplare ristrutturazione finanziata dal Ministero per i Beni Culturali, sotto la supervisione della Sopraintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici del Piemonte e con la direzione dei lavori affidata ad un team di valenti architetti del Politecnico di Torino, alcuni dei quali medievisti. Ma veniamo al Castello di Lenta. La fondazione viene dagli storici fatta risalire al X secolo, sia sulla base del sermone fatto comporre dal Vescovo Ingone (961-977) ad Andrea Levita dal titolo De Significationibus Christi nel quale rivolge indicazioni riguardo alle Monache (che per esclusione debbono intendersi quelle di Lenta) sia perchè tra gli Obblighi del Venerabile Monistero delle Molto Reverende Madri di San Pietro Martire della presente città di Vercelli vi era la celebrazione ogni anno in perpetuo d'una Messa Cantata il giorno di S. Pietro Apostolo in memoria del Vescovo Pietro (978-997), ucciso nel 997 dai seguaci di Arduino d'Ivrea. A seguito del terremoto del 1117 le Monache Benedettine Cassinesi vennero trasferite da Lenta a Vercelli e dieci anni dopo il Monastero di Lenta fu rifondato da Monsignor Anselmo Vescovo di Vercelli Pro mercede anima sua distraendo a favore del medesimo Monastero di Lenta beni posseduti dal Beato Eusebio. Anche il Conte Alberto di Biandrate, la cui Casata, discendente dagli antichi Conti di Pombia, si andava estinguendo dopo aver costruito i suoi fasti sulle macerie della grande marca d'Ivrea, contribuì alla rifondazione facendone donazioni per compensare la Chiesa delle varie precedenti estorsioni operate a suo danno e facendo nominare quale prima Badessa Bononia Avogadro molto probabilmente nipote sua. Il 29 settembre 1214 il Monastero acquista, per lire 250 imperiali, i beni e i diritti di Palatino Avogadro, il principale signore del luogo, che aveva avuto Lenta dallo smembrarsi della Contea di Biandrate. Il 27 dicembre del 1321 i Ghibellini Viscontei capitanati da Girardino Spinola costrinsero gli abitanti di Lenta, ad esclusione del Monastero che godeva dei privilegi ecclesiastici, a ricorrere alla protezione di Giovanni di Rovasenda, di parte Guelfa, che li accolse per decine di anni nell'omonimo abitato fortificato fino a quando il Capitano Stertz, Guelfo del Monferrato, restituì Lenta ai suoi cittadini. Nell'aprile del 1404 vi fu un ulteriore incendio
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