CASTELLO DI TOPPO

TRAVESIO, PORDENONE

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CASTELLO DI TOPPO
Secondo la tradizione il Castello di Toppo sarebbe stato eretto già al tempo dei Longobardi e lì avrebbe abitato Ansfrido, colui che si impadronì del Friuli durante un'assenza del Duca Rodoaldo. Le prime notizie documentarie portano però al 1188, anno in cui Ursino di Toppo ricoprì l'ambita carica di dapifero del Patriarca di Aquileia Gotofredo. Nel 1220 Pandolfo ed Alberto di Toppo cedettero il Castello e il dominio di Toppo ai figli di Sifrido di Ragogna, Engepretto, Brisa, Varnerio. Il ramo della famiglia Ragogna - Pinzano si trasferisce così a Toppo, abbandonando il nome originario ed assumendo quello del castello conquistato. Sul finire del XIII secolo, per ragioni a noi ignote, il Castello ritornò in possesso dei suoi antichi signori. Nel 1302 Tommaso di Toppo ne vendette una parte ai Signori di Suffembergo. Nel 1314 il Conte di Gorizia tolse il fortilizio a Waterpoldo di Toppo e lo condannò ad una dura prigionia per aver arrecato danni ad Odorico di Scotto, Signore di Montereale. Nel frattempo, rami del casato degli antichi signori di Ragogna - Toppo si trasferirono altrove, in particolare a Udine, dove presero la cittadinanza. Nel 1496 la Repubblica della Serenissima cedette la quarta parte del Castello ai Conti di Porcia. Nei secoli successivi il castello andò in rovina, ma i Signori di Toppo si estinsero solo nel 1883, quando morì l'ultimo erede Francesco I. Il Castello di Toppo è una costruzione massiccia priva di finestre sino al primo piano, ma al primo livello è possibile scorgere delle feritoie. Come nella maggior parte dei castelli della Pedemontana, il maniero è stato costruito seguendo l'inclinazione naturale della montagna. Infatti, la costruzione si sviluppa in salita, lungo gli stessi massi sporgenti: è stato dunque possibile evitare la spianata della vetta. Al primo piano si distingue murato un genere d'apertura quadrangolare, una bifora senz'arco con colonnina nel mezzo. Le uniche finestre sono ad arco, simili all'ingresso di un palazzo. Arrampicandosi dal lato della montagna si sale all'altezza del primo piano, qui si accede attraverso un passaggio ad arco, il quale ha un balcone con mensole sporgenti (due pezzi di roccia non squadrati). Da questo passaggio è possibile osservare qualche pezzo rimesso in opera di grosso laterizio di età romana (il castello è situato su una specola romana). Sull'esterno si distingue un motivo orizzontale in pietra dalla forma di grosso cordone. I modiglioni che reggono le travature del primo piano sono in pietra leggermente sagomata, mentre all'ultimo piano assumono la forma di un elegante capitello. Il maniero conserva parte della merlatura che, essendo piatta ed a pilastro, ci permette di scorgere la cima.
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