Quasi nido d'aquila, poggiato sul fianco del monte, sorge il paeselIo di Sambuca: sopraccapo si leva il castello antichissimo, per la positura e le fortificazioni di cui era munito, nei tempi medioevali, quasi imprendibile.
Si sa oggi che il paese, posto a 736 m s.l.m., era interamente racchiuso da mura poste sull'orlo del precipizio; la via Francesca della Sambuca lo attraversava lungo il suo bordo inferiore, nel tratto compreso fra la "porta che viene di verso Pistoia" e "la porta che va a Bologna". Altre due cinte murarie concentriche inglobavano la piazza e la chiesa del castello (assai più piccola dell'attuale e diversamente orientata) ed infine, nella parte più elevata ed inaccessibile, la rocca e la torre alta oltre venti metri.
Oggi si possono osservare tracce di mura inglobate nelle opere di sostegno degli orti delle case della fila più in basso del paese e nella strutture della canonica e della chiesa, sul lato nord.
Più chiaro appare l'impianto della rocca, che conserva quasi interamente il tracciato della propria cinta: al suo interno i muri possenti della torre a pianta pentagonale sono ancora in grado di ricordare l'imponenza dell'antico fortilizio, nonostante sia rimasto solo un terzo dell'altezza dell'antico mastio.
La fronte che si affaccia sulla piazzola entro la rocca, con i resti della bifora e del sottostante vano ad arco acuto di accesso alla torre, è diventata oramai l'emblema di Sambuca.
Tratto da "Storie della Sambuca", di Nicola Giuntoli, 2001