IL CASTELLO di ROCCALANZONA: già esistente nel 1028 «in locas et fundas... Rocha Petraluizoni cum portione Castro et Capella seu curri ibi habente» il castello si chiamava Arx Leonum ed era stato costruito dai Rossi. Conteso dai Vinciguena di Varano Melegari passò successivamente a Pier Maria Rossi vincitore contro i Pallavicino che per ordine di Ludovico il Moro cercarono di conquistare quell'importante punto strategico. Esempio di arte militare per razionalità e semplicità di concezione, secondo l'ingegno del feudatario Pier Maria Rossi (14131482) la costruzione si riduceva ad una serie di opere sorte intorno alla più imponente di tutte: il mastio o dongione ove si combatteva l'ultima battaglia. Il castello resistette agli assalti di Sforza Il e vide susseguirsi dinastie di Rossi fino a quando nel 1666 Scipione Rossi, oberato dai debiti, lo cedette alla Camera Ducale (Rogito Pisani). Già a quel tempo era cadente ed in rovina. Dalla Camera Ducale fu ceduto agli Ercolani di Senigallia e il feudo scomparve poi nel 1805 soppresso dalla legge napoleonica che ne fece proprietà privata. Oggi poco rimane di questa Rocca ma i resti lasciano trasparire la antica imponenza di questo castello che si può ancora ammirare passando sulla strada di Maria Longa. Terminato il periodo feudale la strada da noi percorsa perse d'importanza mentre crebbe enormemente l'utilizzo della via attigua al fiume Ceno La leggenda di Pietra Corva La figlia del conte di Roccalanzona, si innamorò di un giovane di Gallicchiano, una località nei pressi di Riviano, che pascolava le proprie pecore vicino a Pietra Corva. La ragazza apparteneva alla nobile discendenza dei Rossi di San Secondo, mentre il giovane a quella rivale dei Pallavicino. Secondo la leggenda i due innamorati si gettarono dalla rupe di Pietra Corva per non essere mai più divisi. Nelle notti di luna piena si dice che si vedano aleggiare nel cielo due candidi mantelli, che piano piano ricoprono Pietra Corva, scomparendo poi nella notte.