Il castello, visibile e visitabile, consiste attualmente in una torre quadrata attorniata da consistenti ruderi che permettono ancora la individuazione dei numerosi locali che costituivano il complesso medievale.
In preminente posizione su di un’altura alla sinistra del Tanaro, consente una emozionante vista su di un vasto territorio ove si conformano ambienti naturalistici con trasformazioni di tipo antropologico apportate nei secoli.
Con uno stupefacente colpo d’occhio è consentito di osservare anche le altre fortezze con le quali fu collegato, quali quelle di Perlo, Battifollo, Bagnasco, Castelnuovo e Malpotremo. Il castello, probabilmente di origine arduinica, nato attorno al 1000, passò agli aleramici del ceppo del Vasto, indi ai marchesi Ceva ai quali rimase legato dando origine alla dinastia dei Ceva di Nucetto.
Subì interventi di potenziamento e di abbellimento. Alcuni voluti da Giorgio II di Ceva detto il Nano, il marchese più influente di tutto il marchesato. Fece parte con tutto il marchesato di Ceva, della donazione avvenuta nel 1531 a Beatrice del Portogallo, moglie del duca di Savoia Carlo III.
Sempre abitato sin verso la fine del 1700, subì per certo opera di devastazione dalle truppe di Amedeo VIII duca di Savoia nel 1414, dei filo spagnoli di Giorgio Spinola nel 1529 e la distruzione definitiva per opera delle truppe napoleoniche attorno al 1800, all’occasione delle mine per l’atterramento del forte di Ceva.