Il luogo compare molto tardi nei documenti, nonostante la presenza di reperti risalenti all'epoca romana (Viale 1971, p. 61). L'origine del castello di Motta dei Conti è soggetta a diverse interpretazioni. Il Casalis ne attribuisce la fondazione alla famiglia vercellese dei Cipelli, originari di Lodi, investiti in seguito del titolo di conti della Motta; ma questa famiglia compare nel nostro territorio solo nel XV secolo, fatto che implicherebbe una datazione del castello almeno al 1400. Di diversa opinione sono l'Ordano e l'Avonto, i quali ricordano che il castello fu eretto, a scopi offensivi, dai conti palatini di Lomello, nel secolo XIII, quando ebbero interessi presso questa sponda del fiume. Il Conti, infine, pur non confutando l'opinione dell'Ordano, avvalorata, oltre che dai documenti storici, dalle caratteristiche architettoniche (specialmente nella parte piú antica, quella occidentale), preferisce attestare la fondazione del castello nell'epoca compresa fra quella ipotizzata dall'Ordano e quella indicata dal Casalis, cioè nel XIV secolo. Secondo il Panero, Motta potrebbe essere identificata con la villa nuper hedificata ab Henrico de Candia citra Sicidam, citata nel 1242 . I primi signori del castello furono comunque i conti di Lomello, un ramo dei quali assunse il titolo di conti Langosco della Motta. In seguito a diverse vicissitudini e passaggi di feudo il castello divenne, nel XVII secolo, di proprietà della famiglia Cipelli. Il castello fu sottoposto a incendi, saccheggi e devastazioni, provocate, oltre che dagli Spagnoli, acquartierati presso la Villata di Candia, dall'altra parte della Sesia, dalle truppe nemiche o amiche che alloggiavano al suo interno. All'inizio del XVIII secolo subì l'ultimo attacco, per opera dei Francesi. Intorno all'edificio fortificato, costruito su di un'alzata di terra (da cui deriva il nome di motta), si sviluppò un villaggio, i cui abitanti trovarono nel luogo sopraelevato e protetto dal castello un ottimo riparo dalle frequenti inondazioni della Sesia e dagli altrettanto frequenti attacchi nemici. Al castello si affiancò una chiesa, che, per il gran numero di abitanti attirati dalla posizione, divenne parrocchiale, smembrata da quella di S. Emiliano di Villanova, dopo il 1390. Nonostante i ripetuti rimaneggiamenti le strutture essenziali del castello, originarie del XIII secolo, sono ancora visibili. La parte occidentale della fortificazione è sicuramente la piú interessante per la presenza della torre d'ingresso a pianta quadrata, di un'antica merlatura guelfa sotto il tetto e di minuscoli avanzi di antiche finestre con cornici in cotto. Il castello, da tempo disabitato e in rovina, è stato recentemente oggetto di lavori di riattamento.