CASTELLO DI MONCALIERI

MONCALIERI, TORINO

Condividi
CASTELLO DI MONCALIERI
La presenza di un luogo fortificato nella zona dell’attuale castello risale almeno alla fine del XIII secolo, quando il conte Tommaso III di Savoia fece erigere una torre e una porta sulla sommità di Moncalieri (1277). Il figlio di Tommaso, Filippo, ricevette in feudo Moncalieri quando venne insignito del titolo di signore del Piemonte, cui si aggiunse quello di principe d’Acaja a seguito del matrimonio con Isabelle de Villehardouin. Il castello rimase tra i possedimenti degli Acaja fino al 1418 quando, morto Ludovico I senza eredi, il Piemonte rientrò in mano del duca suo cugino, Amedeo VIII. L’edificio subì importanti modifiche nella seconda metà del XV secolo per volontà di Iolanda di Valois, moglie del duca Amedeo IX, ed è a questi anni che risalgono le imponenti torri cilindriche che ancora oggi dominano la facciata meridionale e che costituivano all’epoca i limiti del castello. Dopo i difficili anni dell’occupazione del Piemonte da parte dei francesi nella guerra contro l’Impero, la residenza trovò nuova vita per impulso della duchessa Cristina di Francia, che volle ripristinare il castello per la sua posizione amena e favorevole rispetto alla capitale. I progetti di ammodernamento furono così affidati in un primo momento al carmelitano Andrea Costaguta e, successivamente, ad Amedeo di Castellamonte. Nel corso del Seicento il castello assunse dunque l’aspetto che lo caratterizza tuttora. Oggetto di continui interventi nel corso del secolo successivo, che vide anche l’aggiornamento del parco collinare secondo il gusto alla francese dell’architetto Michel Benard, il castello divenne la residenza privilegiata di Vittorio Amedeo III che, con la famiglia, trascorreva qui sei mesi all’anno. Durante l’occupazione napoleonica l’edificio fu utilizzato come ospedale militare e, per questo, completamente spogliato dei suoi ornamenti. Con la Restaurazione, Vittorio Emanuele I ne fece la sua sede principale: gli appartamenti reali furono rinnovati negli arredi e in parte nei decori, mentre l’architetto Carlo Randoni attendeva al rifacimento dello scalone d’onore. L’ultimo intervento degno di nota si deve a Vittorio Emanuele II, che dal 1850 abitò con la consorte e i figli le sale al primo piano. Alla fine dell’Ottocento, il castello accolse ancora la principessa Maria Clotilde, separatasi dal marito Gerolamo Bonaparte, che elesse la residenza a suo ritiro spirituale. La raggiunse la figlia Maria Letizia, rimasta vedova del marito, Amedeo d’Aosta, che avrebbe abitato il castello fino al 1926, anno della sua morte. Il Castello era però già rientrato nel piano di dismissioni del 1919, quando Vittorio Emanuele III riconsegnò al Demanio alcune residenze ormai non più utilizzate dalla famiglia reale. Fin dal 1924 si avanzò allora l'ipotesi di assegnare il Castello in uso all'Arma. Tuttavia, si preferì invece un'altra destinazione, affidando l'edificio alla Scuola di allievi ufficiali di complemento Artiglieri del Corpo d'Armata di Torino, che vi sarebbe rimasta dal 1927 al 1943. In quegli anni gli spazi del Castello vennero riconvertiti in funzione della nuova destinazione, assumendo l'aspetto che tutt’oggi conservano. Solo gli appartamenti giudicati di interesse storico-artistico vennero esclusi dall'uso militare e affidati alla tutela del Sottosegretariato alle antichità e belle arti del Ministero dell'Istruzione Al termine della Seconda Guerra mondiale si decise di affidare definitivamente il Castello all'Arma dei Carabinieri, che vi insediò dapprima la Scuola allievi sottoufficiali e quindi, trasferita la scuola nella sede di Velletri nel 1969, il I Battaglione “Piemonte”, elevato nel 2014 al rango di Reggimento.
Campagne in corso in questo luogo
Storico campagne in questo luogo
I Luoghi del Cuore
2016, 2018, 2020, 2022
Registrati alla newsletter
Accedi alle informazioni per te più interessanti, a quelle inerenti i luoghi più vicini e gli eventi organizzati
Tutto questo non sarebbe possibile senza di te
Tutto questo non sarebbe possibile senza di te