CASTELLO DI CASTELNUOVO BORMIDA

CASTELNUOVO BORMIDA, ALESSANDRIA

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CASTELLO DI CASTELNUOVO BORMIDA
La torre ed il receptum di Castelnuovo Bormida ebbero origine tra il 1023 e il 1033, forse accanto ad una villa preesistente, quasi certamente per opera dei vescovi di Acqui, ai quali parte del territorio dell’antico fondo era stato donato dall’imperatore Ottone III nel 996. La loro fondazione rientrò in un piano di valorizzazione agricola della zona, paludosa e malsana, e di presidio dell’incrocio tra il passo fluviale sulla Bormida, verso Cassine, e la strada lungo la sponda destra del fiume, da Sezzadio per Carpeneto, Rivalta ed Orsara da un lato, per Acqui dall’altro. Il luogo della costruzione fu opportunamente scelto su un breve rialzo a ridosso della Bormida, dal significativo nome di Altino, onde poter assicurare al nucleo fortificato la tutela di un fossato, derivato dalle acque fluviali. Della costruzione primitiva rimangono tuttora la torre quadrata ed una parte della cinta muraria, a strapiombo sul fiume.Il possesso venne confermato all’episcopato acquese, intento all’organizzazione di un proprio vasto patrimonio fondiario in valle Bormida, dall’imperatore Enrico III nel 1052. L’espansione dei Marchesi di Monferrato in quest’area li portò ad insignorirsi di Castelnuovo in epoca imprecisata. Nel quadro delle strutture del Marchesato Monferrino Castelnuovo assurse ad una particolare importanza di fronte alla penetrazione milanese in valle Bormida, soprattutto in seguito all’annessione definitiva di Alessandria al Ducato visconteo verso la metà del Trecento (periodo durante il quale Castelnuovo Bormida venne assegnato agli Adorno di Genova) ed all’occupazione di Cassine per opera di Gian Galeazzo sulla fine del secolo. Circondata dal territorio milanese sia verso Sezzadio, sia verso Cassine al di là del fiume, Castelnuovo assunse infatti la posizione di punta avanzata, a guisa di cuneo, entro il territorio del Ducato di Milano. Nel 1438 subentrarono Antonio ed Ottolino Zoppi. Contemporaneamente, essendosi estinti rispettivamente nel 1481 e nel 1575 i due rami degli Zoppi, nuove famiglie subentrarono in quote di partecipazione. La parte di Antonio Zoppi fu concessa dal Marchese Guglielmo VIII al medico Enrico Sacco, i cui discendenti la vendettero nel 1574 a Beltramo Moscheni; la parte di Ottolino passò a Giovanni Battista Grasso di Strevi. In un estremo frazionamento troviamo sulla fine del secolo XVI i Sacco proprietari per 2/3, i Grasso per 3/4 di 1/3 ed i pozzo per il restante 1/4. Nel 1604 il feudo compare riunito, in seguito ad una serie di acquisti, nei fratelli Orazio, Giulio e Giovanni Moscheni, dai quali lo acquistò nel 1607 luca Grillo, che lo rivendette nel 1623 ad Ottavio Ferrari, Conte di Orsara. Nel 1604 la popolazione risulta salita a 107 nuclei familiari, per un complesso di 492 abitanti. Una grave falcidia essa subì durante l’epidemia di peste del 1630. il paese, che sembra fosse giunto a 831 anime, vide perire in meno di tre mesi 237 persone, di cui poco meno della metà al di sotto dei 30 anni, si che nel 1632 la popolazione era scesa a 500 abitanti. Una nuova sciagura fu nel 1644 un saccheggio per opera di truppe francesi.
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