CASTELLO DI BENTIVOGLIO

BENTIVOGLIO, BOLOGNA

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CASTELLO DI BENTIVOGLIO
Chi, viaggiando sulla via Saliceto, provenendo da Bologna, attraversasse il Paese di Bentivoglio, non potrà non notare, alla sua destra, le basse mura del Castello omonimo. Nel secolo XIV la località, oggi Bentivoglio, si chiamava " Ponte Poledrano", grazie ad uno dei rari ponti che superando il corso del canale Navile, tra Bologna e Ferrara, permetteva il passaggio, da una sponda all' altra, di mezzi e mandrie di "puledri", da cui il nome. Nel 1390 il Comune di Bologna aveva costruito, accanto al ponte, una rocca per la difesa del confine verso i marchesi d'Este. La fortificazione non aveva particolari funzioni difensive ma bensì di controllo della strada, del ponte e dei mulini; infatti ospitava una ridotta guarnigione stanziale di tre sole unità. Qui, negli ultimi anni del quattrocento, Giovanni II Bentivoglio costruì la più famosa delle sue ville, forte come un castello (la rocca) bella come un palazzo, che volle chiamare "Il Bentivoglio". Nel 1441,infatti, la famiglia Bentivoglio diviene proprietaria della Rocca di Ponte Poledrano nella persona di Annibale I Bentivoglio. Gli interventi alla rocca comunale effettuati dalla Famiglia (Sante Bentivoglio) furono di entità ridotta e segnarono il sostanziale cambiamento funzionale dell' edificio che pur mantenendo elevato il livello di sicurezza, acquisì caratteristiche residenziali. Giovanni II, nel 1475, non tentò di migliorare ulteriormente le capacità ricettive del vecchio fortilizio ma ne recuperò le capacità difensive inglobandolo, come compartimento di sicurezza, nel grande palazzo che edificò intorno ad esso, la sua domus jocunditatis. A proposito di questa il Rubbiani dirà << Al Bentivoglio prevale il desiderio di vita luminosa, di ampi spazi. Il muro di cinta e le fosse girano al largo, massime verso mezzodì, per includere giardini e grandi e fitte le finestre inondano di luce le camere e le gallerie; la sala di riunione della famiglia e degli ospiti, tutta finestre verso il sole, era riscaldata dalle vampe di ben cinque camini (dalla bassa corte si passava da ogni parte nella corte d'onore senza cautela di ponti levatoio o di saracinesche; dalla corte d'onore, dipinta tutta a rame di fiori col motto -domus jocunditatis - si saliva agli appartamenti per una bella scala indifesa >> Il castello visse momenti di grande fulgore e notorietà, in particolar modo quando, alla fine del Gennaio 1502, gli occhi della diplomazia europea si concentrarono sulle sue accoglienti sale. Infatti il 31 Gennaio 1502 Lucrezia Borgia lasciava Bologna e navigando sul Navile, giunge al Bentivoglio, "Casa della gioia". Lucrezia arrivava al castello per incontrare il suo futuro sposo Alfonso d'Este. E' il momento più alto e significativo per la famiglia Bentivoglio e per la sua Domus. Con la caduta nel 1506 di Giovanni II Bentivoglio e la conseguente fuga della famiglia da Bologna, il castello, con fasi alterne, fu del tutto dimenticato; fino al 1889 quando il marchese Carlo Alberto Pizzardi, diventatone proprietario, decise di restaurarlo. Lo stretto ed intimo rapporto che la Domus aveva con l'ambiente naturale circostante è il presupposto fondamentale sul quale si fonda la creazione e lo studio delle immagini affrescate che ancora oggi, se pur sbiadite dal tempo, animano le pareti della Casa di Giovanni II. Gli affreschi sulle pareti della stanza privata di Giovanni II raccontano ancora oggi una storia antica tipica della terra che traspariva dalle grandi finestre "La storia del Pane ". Dieci tavole che illustrano le vari fasi della produzione del pane, dalla preparazione del terreno al suo festoso consumo.
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