Percorrendo Via di Mezzo Ponente e Via Argini Nord, si raggiunge la località RONCHI, nella frazione di Bolognina. Qui sorge il CASTELLO dei RONCHI. Il castello, in realtà, comprende alcuni edifici del XVI secolo (sedicesimo secolo - 1500): il PALAZZO PADRONALE, che rappresenta la parte più antica, le TORRI, la CHIESA di SAN MATTEO, le STALLE, i MAGAZZINI. Entrando nel complesso dei Ronchi, si passa attraverso un grande cancello di ferro battuto, sostenuto da due colonne sormontate da due LEONI di pietra, simbolo della famiglia CAPRARA, proprietaria del castello fino al 1821. Il Castello dei Ronchi, anche se è così comunemente chiamato, non è un vero e proprio castello, perchè i due massicci TORRIONI, che risalgono al 1700, furono pensati come elementi scenografici (spettacolari), e non come torri fortificate per la difesa. La parte più antica è il PALAZZO CENTRALE, detto anche Palazzo Padronale, che risale alla seconda metà del XV secolo (quindicesimo secolo 1400); in un documento notarile del 1501 viene citato come domus magna (= grande casa). In origine l'edificio non aveva la torretta centrale, che fu aggiunta successivamente. E' una costruzione di mattoni a pietra a vista, a due piani, il piano terra e il primo piano o piano nobile, con due file di finestre. In alcune finestre si può distinguere l'antica forma ad arco. Il Palazzo è collegato ai due Torrioni da alcuni edifici, che probabilmente erano stalle e scuderie. Il Castello dei Ronchi era una grande Residenza di campagna di proprietà dei Conti CAPRARA, nobile famiglia bolognese, che aveva ai Ronchi grandi proprietà terriere. Alla fine del XVI secolo (sedicesimo secolo - 1500) il palazzo subì grandi trasformazioni: venne innalzato, scomparvero le merlature, vennero aperte le attuali finestre e chiuse le precedenti e, soprattutto, vi fu aggiunto l'avancorpo centrale a forma di torre. Anche la parte interna fu trasformata per renderla adatta alle vacanze estive dei Conti Caprara, con tutte le comodità del tempo. Nel periodo che va dal 1580 al 1620 le stanze del palazzo furono decorate con fregi ed affreschi. Nel 1702 fu iniziata la ricostruzione della Chiesa di San Matteo; vennero usati materiali tipici bolognesi, come il mattone e lo stucco. Ha una pianta ellittica con l'asse maggiore disposto nel senso della larghezza. All'interno ci sono tre altari: quello centrale dedicato all'evangelista Matteo, il destro alla Vergine del Rosario e il sinistro al Crocifisso. Nel decennio 1770-1780 iniziò la costruzione dei torrioni, ma alla morte del conte Francesco il progetto venne ridimensionato: non si abbattè il palazzo e si costruirono le ali di una corte a portici e sul lato nord una corte chiusa con le scuderie. Nel 1815 il Conte Francesco Caprara cedette la Villa dei Ronchi alla figlia Vittoria, che la vendette nel 1823. Nel 1985 l'Amministrazione Comunale di Crevalcore ha acquistato l'intero complesso; il palazzo centrale è adibito a Centro Culturale per iniziative e mostre. Nei due torrioni hanno sede la Cooperativa Il Pettirosso, che si occupa della cura e del recupero dei tossicodipendenti, e il Centro Agricoltura Ambiente Giorgio Nicoli.