Nel tardo XII secolo e nel corso del XIII, un ceppo della famiglia genovese dei Doria riuscì a consolidare la propria presenza nel nord ovest della Sardegna, grazie ad un’abile politica matrimoniale, che consentì il controllo di ampie porzioni del Giudicato di Torres, l’Anglona, parte del Meilogu e l’area di Alghero. Il territorio fu rinforzato con la fondazione di una rete di castelli, residenze fortificate e simboli del potere: nell’altopiano calcareo su cui sorge Monteleone Roccadoria fu eretta una poderosa cinta fortificata, a protezione del borgo e del castello, che si snodava lungo il versante meridionale del colle - denominato Su Monte, ma che in passato, e ancora nel medioevo, veniva chiamato Monte Tutar - mentre le porzioni settentrionali erano difese naturalmente da ripide pendici.
La vita nel borgo medievale si interrupe nel 1436, dopo due anni di assedio da parte di una spedizione della Corona d’Aragona contro i Doria, che culminò nella distruzione del castello e del villaggio, cui seguì l’abbandono e lo spoglio durato per lunghi secoli.