Castel Sant’Angelo, uno dei monumenti simbolo di Roma, si intreccia lungo duemila anni con le vicende della città nelle varie epoche. Il Mausoleo di Adriano venne edificato nell’agro vaticano e collegato alla zona del Campo Marzio dal ponte Elio, oggi sostituito dal ponte Sant’Angelo. Per la sua posizione, divenne ben presto una difesa delle zone a Nord della città salvandole dagli attacchi dei Visigoti di Alarico nel 410 e dai vandali di Genserico nel 590. Si narra che nel corso della terribile pestilenza del 590, il papa Gregorio Magno fosse avvertito dall’arcangelo Michele della fine della stessa: da allora una statua di un angelo è posta sulla sommità del monumento. Trasformato definitivamente in castello e in possesso della Chiesa, fu collegato ai palazzi apostolici da un passaggio fortificato, via di fuga per i pontefici in caso di pericolo. Numerosi i papi che vi dimorarono come Clemente VII durante l’assedio dei Lanzichenecchi del 1527. Il forte fu anche adibito a prigione.