Il comune di Castagnole delle Lanze ha un concentrico che si estende in due aree urbanisticamente distinte:
- il centro storico, nel borgo collinare di San Pietro (Paese Alto), caratterizzato da edifici risalenti anche al 1600-1700;
- il borgo nuovo, sviluppatosi a partire dai primi decenni del Novecento.
Nel borgo antico si annovera in particolare la presenza della Chiesa di San Pietro in Vincoli, la Chiesa dei Battuti e la Torre del Conte Paolo Ballada di Saint Robert.
La storicità del paese è stata è provata sia dagli scavi effettuati ad inizio Novecento (i quali indicano che in epoca romana nel centro storico passava una diramazione della via Emilia che collegava Acqui a Pollenzo) sia dalle carte del Codex Astensis. Queste ultime infatti collocano, nel Medioevo, Castagnole tra le terre appartenenti ai conti di Loreto. Fra questi, chi ebbe maggiori relazioni con la comunità di Castagnole fu probabilmente Manfredo I, marchese di Busca e conte di Loreto, colui che inaugurò la dinastia dei Lancia. Da qui l'attributo "delle Lanze" (delle Lance): Castagnole è l'unico comune piemontese a potersi fregiare di una tale denominazione. Sempre dal Codex Astensis è possibile ipotizzare che a Castagnole Lanze sorgesse un castello medievale come dimora del conte; il castello fu probabilmente abbattuto nel 1255 con la caduta del contado di Loreto.
A partire dal XIII secolo Castagnole entrò a far parte dei domini del Comune di Asti, seguendone poi per sempre la storia, le vicissitudini e gli assoggettamenti alle diverse signorie che lo controllarono.
Nel XIV secolo il luogo di Castagnole rientrava nei domini dei Visconti e, dopo alterne vicende, nel 1573 il territorio passò nel 1573 a Emanuele Filiberto di Savoia.
Nel 1836 finì la dominazione feudale, e dal 1850 il comune segui' i destini dicasa Savoia e poi del Regno d'Italia.
A partire dalla fine dell'800 Castagnole ebbe un grande sviluppo dell'industria vitivinicola, con l'apertura di diverse aziende che ben presto diventarono leader nella produzione di vermouth e spumanti. La seconda guerra mondiale non toccò particolarmente il paese e nel secondo dopoguerra, come del resto la quasi totalità del nord Italia, ebbe un grande sviluppo economico e industriale, grazie anche all'apporto di manodopera provenienti dalle regioni del sud Italia.