La corte dei Caracciolo era celebrata per la splendida cornice cha attorniava il palazzo: costituita dal Parco e dall’elegante Casino di caccia che ne costituiva l’ingresso.
L’ingresso al parco avveniva attraverso il Casino di Caccia, situato dopo il ponte di S. Paolo: in esso vi erano un gran numero di stalle ed ampie stanze destinate ad accogliere gli ospiti illustri. Disponeva di locali ipogei (ninfei) impreziositi da mascheroni, conchiglie ed altri soggetti marini, che ornavano vasche alimentate da acque che ristoravano gli ospiti dopo le fatiche della caccia.
Il Parco, descritto popolato di cervi e daini, si estendeva dalla collina dei Cappuccini sino alla Scrofeta ed alla Puntarola.
Così lo descrive lo storico Scipione Bellabona: “… magnificò (il principe Camillo) questa città: vi fè lo barco per la caccia dei cervi e altri animali, e un giardino artificiosamente lavorato, abbondante di acque, fatte venire per acquedotti da diverse lontane parti, ove di diverse maniere compartite si veggon varie fontane, che con belli ed ingegnosi artificij mandano fuori continuamente acque copiosissime, non senza diletto e meraviglia insieme di chi le mira e vagheggia… “;