CASE VALLONA

MONTE SAN PIETRO, BOLOGNA

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CASE VALLONA
Valorizziamo con l'attenzione che merita questa Italia minore: Case Vallona è un piccolo gruppo di edifici di cui case padronali, stalle, fienili e una torretta siti in Monte San Pietro alto, uno dei nuclei abitati più antichi della Provincia di Bologna. Le prime tracce di insediamenti umani sul territorio risalgono infatti al 2500 a. C. Furono i Romani a creare il primo insediamento stabile a Monte San Pietro, per dar vita ad una stazione difensiva che potesse consentir loro di difendere quei territori dallarrivo dei Longobardi. A partire dal 1100, Monte San Pietro divenne motivo di contesa tra le due potenze di Bologna e Modena e vide un alternarsi di signorie alla sua testa: prima ci furono i da Panico, poi i conti dell'Amola, infine, i Cattani. Il nome del Comune, "Monte Sancti Petri", compare per la prima volta nel 1300, in un documento del vicariato di Savigno. Ancor prima, in antichi carteggi del 1155 si parla di una "Rocca Masnada" che potrebbe riferirsi proprio all'agglomerato di Case Vallona, ma tutt'ora da accertare. Nel 1810, in seguito alle vicende napoleoniche, Monte San Pietro fu nominato Comune. Il Comune rimase sotto la giurisdizione dello Stato Pontificio fino al 1859; con la proclamazione del Regno d'Italia, entrò definitivamente a far parte della regione Emilia. I collegamenti fra le diverse località erano assicurati, fino alla fine del XVIII secolo, da sentieri di costa e di crinale che raramente si avvicinavano al fondovalle. Fu solo con l'inizio della dominazione napoleonica (1797) che vennero avviati i progetti per la costruzione delle attuali vie Landa e Lavino, costruzione conclusasi per la via Landa intorno agli ultimi anni dell'800 e per la via Lavino (da Ponterivabella fino a Montepastore) nel 1933. La prima metà del 1900 non rappresentò un periodo felice per Monte San Pietro: nel 1929 un gravissimo terremoto causò al Comune ingenti danni. Alla vigilia della Prima Guerra Mondiale il territorio era attraversato da quasi 100 chilometri di strade comunali, in gran parte poco più che sentieri, la cui larghezza andava dai 2 ai 5 metri. Fu lungo queste strade che tra il 1943 e il 1945 si mossero i partigiani della 63° brigata Bolero, trovando rifugio e basi d'appoggio nella fitta rete di case poderali che punteggiavano il territorio. Il complesso di Case Vallona in questi anni divenne roccaforte di un comando nazista che si insediò nella casa padronale per controllare la zona mentre gli abitanti vissero mesi angoscianti nelle cantine e in un piccolo nascondiglio sotterraneo tutt'ora presente. Nel periodo successivo alla liberazione Case Vallona assunse un ruolo importantissimo per la zona poiché divenne una scuola di fortuna che ospitò diversi bambini a causa dell'inagibilità dell'edificio pubblico. Un piccolo grande luogo del cuore che va preservato e che ha molto da raccontare sulla nostra storia italiana alle future generazioni.
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