Il parco della Mola prende il nome dal vecchio molino, costruito nel 1573 dal feudatario Giorgio Santacroce. Il manufatto serviva per la molitura del grano da farina, sfruttando le acque del fiume Mignone del fosso Biscione. La Mola, detta del Biscione, è immersa nel verde a pochi chilometri dal paese e del vecchio molino sono ancora visibili le opere di canalizzazione, la chiusa e i resti delle mura perimetrali in tufo. Il fiume, conosciuto da Enea secondo il poeta Virgilio, allorché leroe andò a cercare alleati tra gli Etruschi di Cerveteri e Tarquinia, rappresenta ancora oggi una risorsa ricca di potenzialità idriche. Il laghetto sotto la cascata si allarga pittoresco tra lenti e palustri e vegetazione rivierasca, in un colpo docchio suggestivo. È anche luogo di bagni, non consigliabili per le acque gelide ed insicure. Nel laghetto, un tempo non lontano venivano gettate le greggi di pecore per un igienico bagno prima della carosa. Nei pressi è stato attrezzato dalla locale Università Agraria un parco con tavoli per ristoro e due piccole piscine poco profonde, che raccolgono le acque della vicina sorgente sulfurea termale. La zona è ricca anche di altre sorgenti freschissime, di cui una di acqua ferruginosa.