La Casa del lavoratore portuale venne eretta in base al progetto dell'architetto Giuseppe Zaccaria sul fondo in precedenza occupato dalla vecchia pescheria e nel settembre del 1938 Mussolini ne pose la prima pietra, nonostante mancasse ancora l'approvazione da parte del Comune che avvenne soltanto qualche mese più tardi. I lavori si protrassero fino al 1942 a causa di numerose diatribe a proposito della questione estetica dell’edificio più che a questioni tecniche. L'immobile, ora Casa del Cinema e sede del Teatro Miela, si presenta come un efficace esempio di architettura razionalistica e s'inserisce nell'ambito del progetto urbanistico di risanamento delle Rive messo in atto nel periodo del Regime.